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Concordia, Schettino condannato a 16 anni dalla Cassazione: ora andrà in carcere

La Corte di Cassazione pronta a scrivere l’ultima parola sul naufragio della nave Costa Concordia. Francesco Schettino è stato condannato a 16 anni dalla corte d’Appello di Firenze.
A cura di Susanna Picone
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schettino aula

UPDATE L'ex comandante Francesco Schettino è stato condannato a 16 anni dalla Corte di Cassazione per il naufragio della Costa Concordia. La sentenza definitiva ha confermato quindi la condanna ricevuta in appello e ora l'ex comandante andrà in carcere. Rigettata la richiesta del procuratore generale che chiedeva un inasprimento della pena. Francesco Schettino si trova attualmente già davanti al carcere romano di Rebibbia, dove ha atteso il verdetto della Cassazione, per costituirsi.

L’udienza in Corte di Cassazione per giungere all’ultimo verdetto sul naufragio della nave Costa Concordia è iniziata questa mattina alle 10. I supremi giudici si sono riuniti in camera di consiglio per decidere se accogliere la richiesta dei difensori di Francesco Schettino, avvocati Donato Laino e Saverio Senese, di visionare un video nel quale l’ex comandante della nave racconta la sua versione dei fatti. Le parti civili si sono opposte sostenendo che, trattandosi di un elemento di merito, la richiesta è inammissibile in Cassazione e anche il sostituto procuratore generale, Francesco Salzano, al termine della precedente udienza aveva dato parere negativo. Quindi anche i giudici della Cassazione hanno respinto la richiesta dei difensori di Schettino in quanto “non vi è alcuno spazio in sede di legittimità per l'acquisizione di nuove prove, non si può chiedere a questa corte una sorta di rinnovazione dibattimentale”.

Schettino condannato a 16 anni in appello per il naufragio

Francesco Schettino, comandante della nave di Costa Crociere naufragata all’Isola del Giglio il 13 gennaio 2012, è stato condannato a 16 anni e un mese di reclusione dalla Corte di Appello di Firenze il 31 maggio 2016. La Concordia andò a schiantarsi contro gli scogli a seguito di una manovra di avvicinamento (il cosiddetto “inchino”) messa in atto dal comandante e nel naufragio morirono trentadue persone. Il pg della Cassazione ha chiesto la conferma della condanna e l'annullamento con rinvio della sentenza d'appello nella parte in cui ha escluso l'aggravante per gli omicidi colposi. Secondo il pg, Schettino “ritardò nel dare l'ordine di abbandono della nave tanto che non fu possibile utilizzare le scialuppe sull'ala sinistra, perché già sotto la nave ripiegata su se stessa dopo l'impatto con gli scogli”. Inoltre l’ex comandante è stato accusato di aver abbandonato la nave in piena emergenza. Francesco Schettino, rimasto a piede libero in attesa della Cassazione, andrà subito in carcere se la condanna dovesse essere confermata.

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