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Con Erri De Luca. La sua condanna è la nostra condanna

Dalla parte di Erri De Luca e della sua ‘parola contraria’. Tempi cupi, quelli in cui uno scrittore, un intellettuale, deve difendersi in tribunale da ciò che ha detto.
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A me sembra incredibile quello che sta accadendo a Erri De Luca, per cui oggi sono stati chiesti 8 (otto!) mesi di reclusione. La sua legittima opinione rispetto alla necessità di sabotare la Tav in Val di Susa è stata equiparata a un'arma. A questo punto pretendo la richiesta d'ergastolo per chi,quotidianamente sparge odio sui profughi, alimentando paure immotivate. Sono – da giornalista mi augurerei di essere in compagnia della stragrande maggioranza dei miei colleghi pennivendoli ma so che non è così – dalla parte di Erri de Luca, considerando valore fondamentale il diritto a esprimere un'opinione, motivata, intellettualmente onesta, per quanto dura e drastica.

La parola contraria, quella censurata e di cui si ha paura, è la parola che ognuno di noi, se ha davvero a cuore la libertà d'espressione, deve difendere. Anche se non siamo d'accordo, anzi, ancor più se non siamo d'accordo.

Tempi cupi, quelli in cui uno scrittore, un intellettuale, deve difendersi in tribunale da ciò che ha detto. Questa richiesta di pena va dunque rigettata. Speriamo ci sia un giudice. E non a Berlino.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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