Comunità ebraica, no a tomba per Priebke: “Sarebbe come uccidere di nuovo le vittime”
"Il funerale darebbe ai nipotini di Hitler una occasione ghiotta per fare un'adunata nostalgica. E una eventuale tomba nella città teatro della tragedia delle Fosse Ardeatine sarebbe come uccidere una seconda volta quelle vittime". Queste parole, pronunciate dal presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, vanno ad aggiungersi alle tante voci che stanno rinfocolando la polemica sulla sepoltura del boia delle Fosse Ardeatine Erich Priebke. Al vergognoso graffito di "solidarietà" comparso in mattinata nei pressi dell'abitazione del nazista colpevole dell'eccidio del '43, si erano infatti aggiunte le parole durissime del suo avvocato che, dicendosi comunque fiducioso della risoluzione della faccenda, aveva provocatoriamente azzardato la possibilità di "celebrare in strada" le esequie.
La questione del resto è nota: Priebke era cattolico e credente e secondo alcuni avrebbe diritto a celebrazione in Chiesa. Di diverso avviso il vicariato di Roma, che si è espresso in maniera negativa sulla questione, trovando un sostegno "interpretativo" anche in alcuni ambienti "alti" del Vaticano. Resta poi la questione della sepoltura, che in molti vorrebbero avvenisse fuori dalle mura della città in cui si è perpetrato l'odioso crimine contro 335 innocenti.