video suggerito
video suggerito

Commissione Banche, Villarosa (M5S): “I risparmiatori truffati difficilmente saranno risarciti”

Questa mattina si è tenuta un’audizione relativa al crac delle Popolari del Veneto. Intervistato da Fanpage.it, l’on. Villarosa ha spiegato: “Difficilmente questi risparmiatori potranno essere effettivamente risarciti, visto che si parla di quasi 4 miliardi di richieste di rimborso. Lo stesso pm Orsi ha confermato che, proprio a causa di queste risoluzioni che hanno svuotato le casse delle vecchie banche, per i risparmiatori sarà molto difficile accedere ai rimborsi”.
A cura di Charlotte Matteini
149 CONDIVISIONI
Immagine

Poche settimane fa è stata istituita la Commissione bicamerale d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, un organismo parlamentare che ha lo scopo di indagare sulle vicende e sugli scandali che hanno portato nel corso degli anni alla risoluzione e al salvataggio di Stato di alcuni istituti di credito italiani, come ad esempio Banca Etruria, Monte Paschi di Siena e le Popolari del Veneto (Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza).

Sin dalla sua istituzione, la commissione Banche ha fatto parecchio discutere: dalla scelta di eleggere a presidente dell'organismo Pier Ferdinando Casini, considerato non propriamente superpartes rispetto all'argomento, fino all'approvazione di alcune norme contenute nel regolamento interno della bicamerale d'inchiesta che sostanzialmente conferiscono al presidente potero di veto sulle domande che i commissari possono porre agli auditi, le polemiche non accennano a placarsi.

Proprio questa mattina si è tenuta l'audizione realtiva al crac delle Popolari venete. A intervenire per parlare della risoluzione degli istituti di Credito i liquidatori Fabrizio Viola e Giustino Di Cecco. Raggiunto al telefono da Fanpage.it, l'onorevole Alessio Villarosa, del Movimento 5 Stelle, ci ha spiegato che cosa sta emergendo dalle audizioni in commissione.

On. Villarosa, che cosa è emerso dall'audizione di stamane?

Diciamo che sono emerse due cose importanti dall'audizione: io nello specifico ho chiesto al liquidatore Viola se fosse vero che le due popolari venete avessero alcuni debiti verso altre banche, a quanto ammontassero e se questi debiti fossero stati azzerati come quelli verso i risparmiatori oppure trasferiti a Intesa San Paolo. I debiti in effetti esistevano e ammontavano a circa 7,6 miliardi di euro ed effettivamente non sono stati azzerati come accaduto ai titoli obbligazionari detenuti dai risparmiatori, ma sono stati trasferiti a Intesa San Paolo che provvederà a pagarli regolarmente. Dunque, questo cosa significa? Che in realtà i soldi c'erano e si è preferito utilizzarli per coprire i debiti verso le banche e non quelli verso i risparmiatori. Poi, l'altra cosa interessante emersa riguarda il Decreto Banche Venete del governo, una conferma arrivata dallo stesso Viola. 

Di cosa si tratta?

L'ex viceministro Enrico Zanetti, che se ne intende di atti ministeriali e parlamentari, ha chiesto al liquidatore se non avesse trovato strane le tempistiche di scrittura del decreto che ha permesso a Intesa San Paolo di acquisire le due popolari venete e accedere a un fondo di liquidità da circa 5 miliardi di euro più ulteriori 12 miliardi di garanzie di Stato, un decreto scritto in soli tre giorni. Sostanzialmente, dunque, Zanetti ha chiesto a Viola se secondo lui era possibile che un decreto così complicato potesse essere redatto in soli tre giorni e se non considerasse strana la circostanza che ha visto la sola Intesa San Paolo pronta a presentare un'offerta nel giro di soli cinque giorni, quasi come se qualcuno sapesse già da tempo i termini dell'operazione voluta dal governo. A questa domanda effettivamente Viola ha annuito, dicendo che anche secondo lui non ci si è trovati di fronte a una situazione normale. 

Quandi il sentore è che il decreto sia stato costruito su misura per Intesa San Paolo?

Esattamente, sia l'offerta che il decreto, perché in soli tre giorni scrivere un testo del genere è materialmente impossibile, detto anche da un ex viceministro. Ah poi, come già aveva confermato il pm Luigi Orsi, è venuto fuori che i risparmiatori molto probabilmente non verranno risarciti…

In che senso? Il governo non aveva previsto dei rimborsi dedicati?

Sì, li ha annunciati. Boschi e Renzi dissero all'epoca che ogni risparmiatore potenzialmente truffato dalle banche avrebbe potuto fare causa e ottenere il risarcimento. Ecco, peccato che a quanto pare sarà quasi impossibile perché i debiti ammontano a svariati miliardi di euro. Insomma, difficilmente questi risparmiatori potranno essere effettivamente risarciti, visto che si parla di quasi 4 miliardi di richieste di rimborso. Lo stesso pm Orsi, durante la seconda audizione che abbiamo tenuto nelle scorse settimane, ha confermato che, proprio a causa di queste risoluzioni che hanno svuotato le casse delle vecchie banche, per i risparmiatori sarà molto difficile accedere ai risarcimenti. Oltretutto, comunque, si parla di tempistiche molto lunghe, questi eventuali rimborsi potrebbero arrivare non nei prossimi mesi, ma tra molti anni. Proprio a questo proposito, però, è molto importante la sentenza emessa ieri dal tribunale di Ferrara. 

Quella relativa a Carife?

Sì. In sostanza il tribunale di Ferrara ieri ha concesso il risarcimento a un risparmiatore che è stato truffato da Carife. In pratica a questo signore erano stati venduti dei titoli non adatti, truccando la MiFid, e dunque il tribunale ha emesso una sentenza secondo la quale l'uomo verrà risarcito dalla nuova Cassa di Ferrara. Questa è una sentenza straordinaria perché tutti eravamo convinti – il governo, noi parlamentari, gli stessi pm – che fosse necessario rifarsi solo nei confronti della vecchia banca e non sulle nuove che vengono create da queste operazioni di risoluzione. Stando a questa sentenza, dunque, nel caso delle Banche venete potrebbe dunque essere chiamata a rinfondere i risparmiatori truffati proprio Intesa San Paolo, che le ha acquisite. 

Per quanto riguarda lo svolgimento dei lavori in commissione, come stanno procedendo? Poche settimane fa si è molto discusso di un punto del regolamento che in sostanza concede potere di veto sulle domande al presidente Casini

Sì, ed effettivamente il presidente Casini sta utilizzando questo potere e proprio questa mattina si è opposto più volte e ad alcuni colleghi non ha concesso la facoltà di porre domande. Non appena nel testo della domanda era presente un qualche elemento relativo a Monte Paschi di Siena, nonostante questo elemento fosse comunque legato alle Popolari venete, lui si inalberava – e ci sono dei video che mostrano le sue reazioni – e rigettava il quesito. Ma non è solo il potere di veto il problema, noi come Movimento 5 Stelle non riusciamo a gestire il calendario delle audizioni. Il calendario lo sta sostanzialmente gestendo la maggioranza, il presidente Casini, insieme al Pd e Forza Italia. Noi abbiamo provato a chiedere di sentire in commissione un imprenditore, Gatti, e ci è stata negata. Il caso di questo imprenditore è molto complesso ed è al vaglio del procuratore Pignatore, ma nonostante questo la sua testimonianza non è stata ammessa. Altro esempio: Ghizzoni di Unicredit e De Bortoli ci hanno già fatto capire che non vogliono sentirli. Li sentiremo solo quando si parlerà di Banca Etruria e, visto il calendario, di Banca Etruria probabilmente non si parlerà mai.

Per questione di tempo, immagino, visto che la commissione andrà sciolta al termine della legislatura

Esattamente. Se impostiamo il calendario in questa maniera, ovvero un mese e mezzo solo per le venete, da settimana prossima – forse, non è certo – iniziamo con Monte Paschi – e potenzialmente anche questo troncone potrebbe durare altri due mesi circa, oltretutto con in mezzo l'approvazione della legge di bilancio – si capisce bene che a Banca Etruria non faremo in tempo ad arrivare e probabilmente non si riuscirà nemmeno a finire Monte dei Paschi di Siena. 

La scorsa settimana ha provocato accese polemiche l'incontro privato tra Renzi e Casini

Diciamo che quell'incontro ha costituito un fatto gravissimo, ma non è certo la cosa più grave che è accaduta in commissione Banche. Le faccio un esempio: quando incontrò Banca d'Italia, all'uscita da quell'Ufficio di Presidenza l'onorevole Brunetta comunicò un cambio dell'ordine del giorno. Inizialmente avremmo dovuto sentire in commissione solo Visco, dopo quell'incontro a porte chiuse invece ci dissero che avremmo ascoltato prima Barbagallo e poi Visco. Qual è il punto? Nell'ambito di quell'Ufficio di presidenza hanno modificato gli ordini del giorno e il calendario dei lavori, una modifica che per regolamento si può apportare solo alla presenza dei gruppi e dei due segretari. Quel giorno, invece, nessuno era presente. Insomma, Casini sta lavorando facendo incontri a porte chiuse, decidendo da solo il calendario e limitando pure gli interventi dei commissari ogni volta che si cerca di parlare di qualcosa che secondo lui arbitrariamente non va bene. Dunque noi non siamo assolutamente contenti della gestione della commissione d'inchiesta. 

149 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views