Come imparare la musica divertendosi. I percorsi didattici robotici di Roberto Prosseda (VIDEO)
L'esercizio musicale è un potente mezzo per la crescita del cervello, nei bambini ma anche negli adulti. Aiuta a sviluppare in modo uguale sia l'emisfero destro che quello sinistro, come dimostrano numerosi studi scientifici, migliora la coordinazione e l'indipendenza delle mani, allena la memoria e sviluppa le attitudini al "pensiero divergente", cioè la capacità di fare più cose contemporaneamente e con successo, fondamentale per aumentare la creatività e le doti di "problem solving".
Lezioni di solfeggio, no grazie!
Spesso, però, cominciare da noiose lezioni di solfeggio, meccaniche quanto in fondo antiquate, può avere effetti controproducenti. E così rinuncia, si smette di avvicinarsi a questo mondo fantastico ed immenso che è la musica, per paura di non farcela.
Una scuola di musica non basta per "interpretare"
Quello musicale è un universo sterminato e meraviglioso, che è assai più della semplice applicazione tecnina. Spesso una scuola di musica non basta per arrivare al nocciolo della questione: fare musica vuol dire "interpretare", ovvero cercare di restituire attraverso il suono le intenzioni dei grandi compositori di tutti i tempi, i loro giochi melodici ed armonici, la loro gamma timbrica e coloristica, così come le infinite possibili varianti che saremo in grado di scoprire nelle loro geniali partiture.
C'è un metodo semplice?
Una volta capito il senso dell'interpretazione, studiare (ma anche il semplice ascoltare musica) sarà molto più piacevole, perché la mèta finale sembrerà un paradiso di possibilità divertenti e stimolanti. Ma come arrivare a tale consapevolezza? Come trovare lo stimolo giusto per smuovere le corde dell'apprendimento. Più semplicemente: come si può imparare la musica divertendosi?
Le lezioni di Roberto Prosseda
Roberto Prosseda, illustre pianista che ha inciso per la Decca tutti gli inediti di Mendelsohn, esperto di Chopin (al quale dedicò una serie di incontri all'Auditorium Parco della Musica di Roma), nonché massimo specialista in Italia di "pedalpiano" (detto anche "piano pèdalier"), ha una sua particolare ricetta in materia. Da sempre incline alla divulgazione, come dimostrato dalle sue lezioni di musica per Radio 3 al fianco di Giovanni Bietti, ha ideato una serie di concerti didattici nei quali si affianca ad un robot, TeoTronico, e con lui inscena una disputa pianistica, giocosa quanto sapiente.
TeoTronico, il robot pianista
TeoTronico è un robot pianista inventato da Matteo Suzzi e reso celebre da Prosseda proprio in queste tournée didattiche e ludiche. Nato nel 2007, può eseguire qualsiasi partitura gli venga sottoposta, grazie ad un controller MIDI, ed è inoltre dotato di parola ed espressioni di mimica facciale davvero strabilianti. Nei recital con Roberto Prosseda, Teotronico dibatte con il pianista sul tema dell'interpretazione, sfidando il rivale umano in un duello a colpi di note. Il robot suona alla maniera "robotica", meccanica, del tutto opposta all'interpretazione pianistica fornita poi dal maestro Prosseda.
Musica per bambini, ma anche per adulti
Si affronta, così, un nobile e appassionante dibattito accesosi da decenni sul ruolo dell'interprete. Ma questa non è il solo pregio di questo spettacolo. I bambini rimangono affascinati dalla simpatia di TeoTronico, e scoprono giocando (e aguzzando l'orecchio) quanto sia affascinante un concetto basilare del fare musica: l'interpretazione. Gli adulti, dal canto loro, possono affinare le loro capacità di ascoltatori, imparando ad apprezzare, magari per la prima volta, le differenze tra un'esecuzione e l'altra.
L'intervista a Roberto Prosseda e TeoTronico
Abbiamo avuto il piacere di avere in esclusiva per Fanpage.it un'intervista-spettacolo di Roberto Prosseda e TeoTronico, a dimostrazione di come si possa imparare la musica e divertirsi, senza perdere di vista i punti fondamentali dell'arte musicale. Buona visione e buon ascolto.