Clemente Mastella, candidato sindaco di Napoli: obiettivo ballottaggio per un posto in Consiglio
Torna in campo Clemente Mastella, candidato sindaco di Napoli per le elezioni 2011. L'ex-ministro della Giustizia di Ceppaloni è chiaro nei suoi propositi: nessuna speranza di vincere al primo turno, ma la ferma convinzione di diventare fondamentale per per il ballottaggio al secondo turno. “Dopo il momento del linciaggio e delle accuse torniamo in campo a testa alta per ricostruire Napoli e il nostro movimento puntando sulla Middle class partenopea” dice Mastella, attualmente europarlamentare e candidato alle elezioni comunali di Napoli 2011 con due liste di sostegno. Il proposito dell'ex-guardasigilli è chiaro: ridare spazio alla società civile napoletana che nei quindici anni di governo del centrosinistra ha visto affievolire la propria presenza nelle stanze del potere.
Sulla discussa “legge speciale” per Napoli, che il candidato sindaco del centrodestra Gianni Lettieri ha fatto punto centrale del proprio programma, ma anche Mastella si dice favorevole a una misura del genere: “Sono stato io il primo a parlare di un provvedimento di questo tipo e non mi sorprende che ora lo facciano anche altri. Ritengo questo provvedimento necessario per ridare forza a questa realtà”.
L'ex-ministro è convinto che nessuno dei candidati sindaco di Napoli possa vincere al primo turno, mentre il suo obiettivo personale è quello di superare la soglia del 5%. Inoltre, l'uomo di Ceppaloni ha ben chiaro anche un programma per risolvere l'eterna emergenza rifiuti di Napoli: “Propongo la realizzazione di un piano operativo in tre anni, in cui vengano individuati tutti gli interventi necessari utili al fine di voltare definitivamente pagina in questa città”.
Mastella è quindi d'accordo con Stefano Caldoro, il governatore della Regione Campania che propone un piano di tre anni per uscire dall'emergenza: “A chi parla di tempi inferiori, dico che sono parole al vento, perché un'emergenza così radicata deve essere combattuta con un piano serio e preciso. E dico di più, propongo non solo a chi sarà sindaco, ma anche al presidente della Provincia e della Regione di metterci la faccia e, nel caso in cui la situazione non cambiasse entro 3 anni, di essere pronti alle dimissioni”.