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Cittadinanza onoraria ai figli degli immigrati, il gesto simbolico dei Comuni

L’iniziativa simbolica a cui hanno aderito numerosi comuni italiani è promossa dall’Unicef in vista della Giornata nazionale dell’infanzia e adolescenza per sensibilizzare il Parlamento a cambiare l’attuale legge sulla cittadinanza italiana.
A cura di Antonio Palma
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I Comuni italiani danno la cittadinanza onoraria ai figli degli immigrati

In occasione della Giornata nazionale dell’infanzia e adolescenza, molti comuni italiani conferiranno la cittadinanza onoraria a più di 600 minori nati in Italia da genitori stranieri. La campagna dal titolo "Io come tu", promossa  dall’Unicef,  è stata accolta con favore da molti amministratori comunali che hanno aderito all'iniziativa con apposite delibere per conferire la cittadinanza ai minori stranieri residenti sul loro territorio. L'iniziativa è soprattutto un gesto simbolico per sensibilizzare l’opinione pubblica ma soprattutto i governanti sulla necessità di rivedere la legge sulla cittadinanza attualmente in vigore in Italia, da molti ritenuta ormai inadeguata e anacronistica.  Sulla questione da tempo ormai è aperto un ampio dibattito tra le forze politiche e sociali, che ha visto qualche anno fa anche arenarsi a metà strada una proposta di modifica della legge a causa dei malumori della Lega e di molti esponenti della destra. A favore di una revisione della legge si è pronunciato lo scorso anno anche il Presidente della Repubblica. Napolitano  aveva fatto un appello aperto al Parlamento per affrontare la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri e alle sue parole fecero eco quelle del ministro per la Cooperazione e l'Integrazione, Andrea Riccardi, che oggi durante un convegno è ritornato sul tema affermando che si può superare la legge attuale senza “andare verso lo ius soli, inadatto al nostro Paese, ma pensando a uno ius culturae, con bambini stranieri nati in Italia che hanno fatto un ciclo scolastico che siano riconosciuti italiani perché sono italiani”.

La legge sulla cittadinanza attualmente in vigore in Italia compirà a breve vent'anni, è la numero 91 ed è basata sullo "ius sanguinis", il diritto di sangue cioè in base alla nazionalità dei genitori e non sullo "ius soli", cioè il diritto che si acquisisce per il solo fatto di essere nati in un posto come accade in molti altri Paesi. In pratica lo status giuridico dei bambini figli di immigrati nati in Italia è legato alla condizione dei genitori, nonostante studino nelle nostre scuole, parlano la nostra lingua e magari non sono mai stati nel Paese di origine dei loro genitori. Sul tema della cittadinanza comunque proprio le amministrazione comunali sembrano quelle più vicine al problema. Molti sindaci infatti stanno aderendo anche ad un’altra iniziativa, quella di informare i figli degli immigrati nati in Italia sul loro diritto a presentare domanda di cittadinanza in Comune, come prevede la legge, entro il compimento dei 19 anni, prima che la procedura passando al Ministero dell’Interno diventi più lunga e complicata.

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