Il progetto di revisione delle norme in materia di cittadinanza è ormai da settimane al centro della polemica politica. Sotto i riflettori è infatti finito il ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge, determinato a rivedere le norme per la concessione della cittadinanza ai figli dei minori nati in Italia. Ma, prima ancora di conoscere nel dettaglio le intenzioni della Kyenge (e magari di valutare con obiettività la fattibilità delle proposte), la discussione è finita con il ruotare intorno al concetto di ius soli, ovvero intorno alla concessione della cittadinanza come immediata conseguenza del "fatto giuridico di essere nati nel territorio dello Stato". Il dibattito insomma si è snodato in due tronconi, da una parte la riflessione "ideologica", dall'altra quella comparativa. Lasciando da parte la prima, che richiederebbe un'analisi approfondita ed estremamente articolata (ma che soprattutto finirebbe con il farci perdere il contatto con la necessità di immaginare strumenti "incidenti e non penalizzanti" e allo stesso tempo indipendenti da considerazioni "partigiane"), appare estremamente interessante considerare quale è la legislazione vigente negli altri Paesi europei, reale termine di paragone con il Belpaese.
In questa sede proveremo a prendere in considerazione le modalità di accesso alla cittadinanza in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna; preme tuttavia ricordare che lo ius soli "puro" è pratica comune ad alcune nazioni del continente americano, Canada e Stati Uniti su tutti. In tali Stati, la cittadinanza viene concessa per il fatto stesso della nascita sul territorio statale, senza limitazioni particolari (ipotesi mai presa nemmeno in considerazione dai legislatori italiani).
Lo ius soli alla francese – La Francia è spesso citata come modello di integrazione e di gestione dei flussi migratori. La cittadinanza è regolata dagli articoli dal 17 al 33 del Codice Civile e dalla Convenzione del Consiglio d'Europa. Dei tre modi per ottenere la cittadinanza ci interessa il primo: quello che tiene insieme sia il modello per filiazione (ius sanguinis) che quello per nascita (ius soli). È infatti francese a tutti gli effetti:
- il figlio, legittimo o naturale, di una coppia in cui almeno uno dei due genitori sia francese;
- il minore oggetto di adozione piena da parte di un cittadino francese (mentre nel caso di adozione semplice alla maggiore età si può "reclamare" la cittadinanza ed ottenerla patto di risiedere sul territorio francese;
- un minore abbandonato in Francia ed affidato ai servizi sociali;
- il figlio nato in Francia quando almeno uno dei due genitori vi sia nato, qualunque sia la sua cittadinanza;
- il minore figlio di apolidi o di genitori sconosciuti;
Ma soprattutto, per effetto della legge del marzo del '98, "ogni bambino nato in Francia da genitori stranieri acquisisce automaticamente (dettaglio di non poco conto, ndr) la cittadinanza francese al momento della maggiore età se, a quella data, ha la propria residenza in Francia o vi ha avuto la propria residenza abituale durante un periodo, continuo o discontinuo (altra differenza sostanziale con la legislazione italiana, ndr), di almeno 5 anni dall'età di 11 anni in poi. Tale acquisizione automatica può essere anticipata a 16 anni dallo stesso interessato o può essere reclamata per lui dai suoi genitori a partire dai 13 anni".
Il caso tedesco: cittadini per nascita e per naturalizzazione – La legislazione tedesca in materia di cittadinanza è alquanto articolata e risente di modifiche apportate nel corso degli anni e rispondenti a diversi indirizzi di natura giuridica o politica. In generale possiamo affermare che le normative tedesche tendono a "tutelare la certezza del diritto", in particolar modo quando la cittadinanza costituisce un requisito indispensabile per l'esercizio dei diritti.
Fondamentale è la possibilità di ottenere la cittadinanza per naturalizzazione che, ad esempio, garantisce l'acquisizione di tale status anche a chi "per dodici anni o più è stato considerato cittadino tedesco pur senza esserlo". Ma, rimanendo legati alla questione della cittadinanza per nascita, diremo che la norma (con le integrazioni del gennaio 2000) appare piuttosto semplice. Un bambino infatti diventa cittadino tedesco se:
- almeno uno dei genitori è cittadino federale;
- se nasce in Germania da genitori che risiedono legalmente nel Paese da almeno 8 anni e abbiano il diritto di soggiorno a tempo indeterminato (in questo caso la cittadinanza è automatica);
- se di genitori ignoti ma trovato in territorio tedesco;
- se adottato da un cittadino tedesco.
La Gran Bretagna: lo ius soli e le norme sull'immigrazione – Un discorso diverso merita la questione della cittadinanza nel Regno Unito, poiché dipende anche dal territorio di provenienza del richiedente e poiché articolata in varie forme (British Dependent Territories Citizenship e British Overseas Citizenship). Relativamente alla questione ius soli il discorso è più semplice, essendo legato allo status dei genitori e alla loro posizione nei confronti della pubblica amministrazione. Infatti, diviene cittadino del Regno Unito:
- chi nasce nel Regno Unito da almeno un genitore "cittadino";
- chi nasce nel territorio nazionale da un genitore diventato "successivamente" cittadino britannico, purché ne faccia richiesta entro il compimento del diciottesimo anno di età;
- chi nasce sul territorio nazionale e vi resta per i dieci anni successivi (a prescindere dalla nazionalità dei genitori);
- chi nasce da un genitore non cittadino ma in possesso dei requisiti in materia di immigrazione per vivere in territorio nazionale a tempo indeterminato.
Il modello spagnolo: la cittadinanza di origine – La normativa spagnola sulla cittadinanza è disciplinata dal Codice Civile e tiene comunque conto della particolarità del processo di acquisizione della doppia cittadinanza con i Paesi ispano – americani (e non solo). Per quanto riguarda la concessione della cittadinanza "spagnola d'origine", essa riguarda:
- i nati da padre o madre spagnoli;
- i nati in Spagna da genitori stranieri quando almeno uno dei due sia nato in Spagna
- i nati da apolidi
- gli adottati da spagnoli
In Spagna, come anche per il nostro Paese, l'acquisizione della cittadinanza successivamente al diciottesimo anno di età non è automatica, ma deve essere reclamata entro due anni di tempo.
NB: come fonte primaria si è inteso utilizzare il dossier della Camera dei Deputati (XVI legislatura) diffuso in data 11 gennaio 2010, contenente uno studio comparato fra Francia, Germania, Olanda, Regno Unito e Spagna.