Sei punti di innesco, disposti a cerchio, dai quali si sono propagate, come in una morsa infernale, ieri notte, le fiamme che hanno raso al suolo la Città della Scienza di Bagnoli, Napoli. I vigili del fuoco hanno concluso in mattinata le operazioni di spegnimento del vasto rogo, già ieri il magistrato di turno, Figliolia, ha effettuato un primo sopralluogo e ora la Polizia Scientifica può andare alla ricerca delle cause di quella che ora dopo ora assomiglia sempre meno ad una vicenda accidentale anche se – è bene chiarirlo – l'ipotesi del corto circuito non è del tutto archiviata.
A quanto apprende Fanpage.it da fonte investigativa i punti d'innesco sarebbero dunque sei: due sarebbero stati alimentati con sostanze incendiarie di tipo chimico, altre quattro con derivati del petrolio, non si sa ancora se semplice carburante o altro. Se questa eventualità fosse confermata sarebbe dunque certa la natura dolosa. Sono stati eseguiti di tamponi che saranno poi analizzati in laboratorio. Un'altra delle evidenze che fanno proprendere per un atto criminale volontario è l'esatta perimetrazione delle fiamme che hanno investito i capannoni di Città della Scienza e non altro. Nell'area di 12mila metri quadrati – da stamane posta sotto sequestro – ci sono numerose telecamere di sorveglianza. E una delle ipotesi è che gli eventuali attentatori sarebbero giunti sul luogo via mare, proprio per eludere gli occhi elettronici. Il sindaco Luigi de Magistris ai microfoni di Fanpage.it aveva già espresso il timore, fondato, da ex pubblico ministero, che quello di Città della Scienza fosse un incendio volontario.