“Ciao Stefania, non si può morir d’amore”, il saluto di un’amica della ragazza uccisa a Catania
La storia di Stefania Noce è una di quelle storie che non vorremmo ascoltare mai, capaci di indignare tutti coloro che ne vengono a conoscenza probabilmente perché si tratta di una ragazza giovane, di 24 anni, una brava ragazza, “una delle migliori risorse di questo paese” secondo un vicino di casa, che in una mattina d’inverno apre la porta di casa al suo ex fidanzato e così trova la morte senza aver fatto nulla. È una storia che addolora perché se si può accettare la fine di una relazione non si può, nello stesso modo, accettare la fine di una vita. La colpa di Stefania, a quanto pare, era quella di aver chiuso, probabilmente anche soffrendo, una storia durata quattro anni con un suo coetaneo. Quello stesso coetaneo che, appunto, non ha rispettato la sua decisione e prima ha ucciso lei e poi ha sfogato la sua rabbia anche sui nonni.
Il dolore sul web di una collega universitaria
Se una storia del genere non può dunque non addolorare anche chi di Stefania e della sua vita non aveva mai sentito parlare, possiamo immaginare il dolore che in queste ore ha colpito la sua famiglia e le sue amicizie. Un dolore che, oggi, si manifesta e si condivide facilmente sul web grazie a facebook, ai blog degli amici, ai commenti degli utenti. In particolare, in queste ore, si sta diffondendo il ricordo di una sua compagna di studi che ha voluto affidare al suo blog le sue sensazioni e condividerle con tutti. Una lettera scritta un po’ in prima persona, per raccontare il proprio dolore, e un po’ rivolta direttamente alla sua amica, per dirle qualcosa per l’ultima volta. Una lettera che parla di quella Stefania che, l’autrice, dice proprio di non riuscire ad immaginarla lì, distesa a terra senza respiro.
Non riesco a far combaciare l’orrore della morte con l’immagine che ho di te. La ragazza dalla pelle bianca, timidamente sorridente, attenta, generosa. Quella che mi ha prestato i suoi appunti per studiare. Quegli appunti che adesso mi restano qui sul tavolo, segnati col tuo nome Stefania Noce in una grafia piccola e pulita, e che non ti potrò tornare. Eri davvero così: pulita, semplice, immediata.
Quando qualcuno muore, soprattutto se in circostanze così assurde, spesso si è soliti sprecare tanta retorica per descrivere le vittime, sempre e comunque, come delle “brave persone” ma, almeno dalla lettura di queste parole, Stefania Noce doveva esserlo davvero. “Eri sensibile e delicata, pretendevi molto da te stessa… Eri davvero una bella persona Stefania. Come il mondo ne fa poche”. Poi arriva il “commento” sul fatto in sé che ha spezzato la vita della sua amica perché a soli ventiquattro anni non si può morir d’amore. Un amore che l’autrice chiama col suo vero nome: rabbia cieca, violenza, stupidità disumana. Stefania era una ragazza troppo innamorata per capire che al suo fianco per tante notti aveva dormito un mostro.
Infine conclude con un “nessuno di quelli che ti hanno conosciuto dovrebbe dimenticarti. E anche quelli che non ti hanno conosciuto sappiano che hanno perso una persona speciale”: allora via alle condivisioni sui social network, già tantissime in poche ore, per far conoscere la storia di Stefania sperando che possa aiutare a far riflettere chi ancora non l’ha fatto e magari anche per ricordare che la violenza sulle donne non è poi una cosa così lontana a quelle ragazze, ce ne sono tante, così simili a Stefania.
(la foto di Stefania Noce pubblicata sul blog dell'amica)