Ci mancava il Taser: un’arma pericolosa e dannosa, che in Nord America ha fatto 1000 morti
Da oggi comincia la sperimentazione che doterà in 12 città della pistola Taser, ovvero pistole che trasmettono una scarica elettrica neutralizzando il soggetto colpito. Saranno fornite in dotazione a Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Genova, Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia, Brindisi. Ma questa non è secondo molti una buona notizia: è da diversi anni che si discute di sé e come dotare le forze dell'ordine di taser nel nostro paese. Un ostacolo è stato rappresentato a lungo dai sindacati di polizia, ma è lo stesso utilizzo di quest'arma, classificata come "non letale", ad essere oggetto di aspri dibattiti nei paesi in cui è in uso. Nel 2007, a seguito di tre casi controversi in cui l'utilizzo di una pistola elettrica avrebbe provocato dei decessi in Canada, è stata classificata come arma di tortura. A predisporre la possibilità di utilizzare la Taser era stato nel 2014 il ministro dell'Interno, con un emendamento alle nuove norme sulla sicurezza e l'ordine pubblico, ma le linee guida e il protocollo di sperimentazione è stato siglato con una circolare solo lo scorso 20 marzo.
Inventata dal fisico nucleare Jack Cover, la pistola Taser è stata pensata alla fine degli anni '60, quando i dirottamenti aerei erano all'ordine del giorno e si voleva mettere a disposizione del personale di bordo un'arma efficace ma che non mettesse in pericolo la sicurezza del volo. Negli anni il suo utilizzo è stato sempre più esteso ed è stata perfezionata, diffondendosi come arma di difesa per i privati cittadini, ma massicciamente utilizzata anche per la sicurezza e l'ordine pubblico, in particolare negli Stati Uniti.
Molto critica sulla notizia che arriva dal ministero dell'Interno è l'associazione per i diritti umani Amnesty International, che sottolinea come dal 2001 ad oggi le morti collegate all'utilizzo del Taser da parte delle forze dell'ordine negli Usa e in Canada sono state circa mille. “Apparentemente – spiega Riccardo Noury di Amnesy Italia – queste pistole sembrano avere tutti i vantaggi: facili da usare, efficaci e risolutive in situazioni complicate, tanto nei confronti di persone recalcitranti all’arresto quanto di prigionieri in rivolta o di folle aggressive. In più, portano con sé quella definizione rassicurante di ‘armi meno che letali’ o ‘non letali’".
Ma la realtà è più complessa: "Nel Nordamerica (Usa e Canada), dal 2001, il numero delle morti direttamente o indirettamente correlate alle Taser è superiore al migliaio. Nel 90 per cento dei casi, le vittime erano disarmate. Gli studi medici a disposizione sono concordi nel ritenere che l’uso delle Taser abbia avuto conseguenze mortali su soggetti con disturbi cardiaci o le cui funzioni, nel momento in cui erano stati colpiti dalla Taser, erano compromesse da alcool o droga o, ancora, che erano sotto sforzo, ad esempio al termine di una colluttazione o di una corsa. Altro fattore di preoccupazione è la facilità con cui la Taser può rilasciare scariche multiple, che possono danneggiare anche irreversibilmente il cuore o il sistema respiratorio".
Le pistole elettriche sarebbero si armi di per sé non letali, ma è molto facile che lo diventino, soprattutto perché non è possibile quando le si utilizza conoscere le condizioni di salute dei soggetti presi come bersaglio, né se si trovino in una situazione di stress fisico significativo. In Olanda dal 2017 è in uso lo stesso modello di taser che sarà fornito agli agenti italiani, l'X2, e secondo Amnesty International i risultati sono tutt'altro che rassicuranti. Secondo il rapporto dell'associazione, intitolato significativamente "un esperimento fallite", le pistole elettriche già nella prima fase di adozione venivano utilizzate in modo improprio. Lo studio documenta episodi di utilizzo contro soggetti già ammanettati, di doppie scariche (potenzialmente mortali) e dentro istituti psichiatrici.
Mentre tutti i paesi in cui la Taser è utilizzata si interrogano sull'efficacia e la pericolosità di quest'arma, in Italia viene adottata quando già si conoscono i suoi potenziali rischi. L'obiettivo dichiarato è quello di diminuire i casi in cui gli agenti sono impegnati in un corpo a corpo con fermati o sospettati, fornendo un'arma diversa da quella da fuoco per colpire a distanza. Ma prendere a modello i metodi della polizia americana, travolta regolarmente da accuse di brutalità e violenza, non sembra proprio un'idea all'avanguardia. Per monitorare con precisione il suo utilizzo, la circolare che regolamenta la sperimentazione, chiarisce come una volta disinserita la sicura dell'arma, si accenderà automaticamente una camera dotata anche di visore notturno per verificarne e documentarne l'utilizzo.