Chiesta la pena di morte per Morsi, ex presidente dell’Egitto
L’ex presidente egiziano Mohammed Morsi, deposto dall’intervento dei militari il 3 luglio del 2013, deve essere condannato a morte: è questa la richiesta della procura generale egiziana. Secondo quanto si apprende da fonti giudiziarie, la procura ha chiesto la pena di morte per Morsi e per altri 35 membri dei Fratelli musulmani, tutti accusati di spionaggio in favore di Hamas e Hezbollah. Secondo quanto accusa la procura generale egiziana, sulla base delle indagini condotte dopo l'estromissione di Morsi da parte dei militari, la Confraternita sarebbe stata pronta a dichiarare il Sinai “emirato islamico” se alle presidenziali del 2012 avesse vinto l'avversario dell’ex presidente deposto Morsi, Ahmed Shafiq, ex premier di Hosni Mubarak. Alle urne Ahmed Shafiq fu invece sconfitto, anche se di misura, dall'esponente islamico. Durante il processo al Cairo l’ex presidente egiziano Morsi in aula ha chiesto carta e penna e una copia della Costituzione del 2012 – quella approvata durante la sua presidenza e poi superata dal testo ora in vigore – per scrivere di persona la sua memoria di difesa. Il giudice ha chiesto al suo avvocato di presentare una domanda in proposito.
Il processo è stato quindi aggiornato al 26 novembre prossimo. È molto probabile che la richiesta di pena di morte per Morsi verrà rigettata dal tribunale ma è altrettanto probabile che l’ex presidente egiziano e gli altri dei Fratelli Musulmani verranno condannati a pesanti pene di carcere. Mohammed Morsi è imputato in altri quattro processi: per le violenze sui manifestanti nel 2012, per evasione durante la rivolta anti-Mubarak del 2011, per aver insultato la magistratura e per spionaggio in favore del Qatar. Da mesi in Egitto si susseguono i processi contro membri del partito dell’ex presidente, dopo la sua rimozione dal potere. In centinaia sono stati già condannati a morte.