Chi è Sergio Mattarella, il nuovo Presidente della Repubblica
Palermitano, classe 1941, dal 2011 giudice della Corte Costituzionale, in molti se lo ricorderanno più per la legge elettorale che prese il suo nome, che per la persona. Sergio Mattarella è stato eletto come dodicesimo Presidente della Repubblica in qualità di successore di Giorgio Napolitano, indicato dal Pd come il proprio candidato sin da subito. “Si parte e si arriva con Mattarella”, aveva affermato il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, annunciando la decisione assunta dai dem alla vigilia della prima votazione. Renzi ha proposto il suo nome a Silvio Berlusconi nell’ambito del Patto del Nazareno. “Ho scelto l'unità del Pd proponendo una persona perbene, un onesto difensore della Costituzione” avrebbe detto il premier. L'ex Cavaliere aveva espresso dubbi in merito al curriculum troppo “giudiziario” del candidato Mattarella: "E’ un integralista giustizialista, alla Corte costituzionale ha sempre fatto blocco contro di me. Non possiamo accettare”, avrebbe detto Berlusconi. Nonostante ciò, come ci si aspettava, Sergio Mattarella è stato eletto con ampio consenso (665 voti) in occasione della quarta votazione e salirà al Colle: verosimilmente sarà lunedì il giorno del suo giuramento.
Chi è Sergio Mattarella
Sergio nasce 74 anni fa a Palermo in un famiglia di tradizione democristiana. Il padre, Bernardo, fu tra i fondatori della Dc siciliana, deputato alla Costituente e ministro dei Trasporti, del Commercio Estero e delle Comunicazioni tra la metà degli anni '50 e '60. Il fratello Piersanti, futuro presidente della Regione Sicilia, fu assassinato dalla mafia. Fu proprio Sergio a vedere morire Piersanti tra le sue braccia, il 6 gennaio 1980, crivellato dai colpi di pistola di Cosa Nostra. Come detto, quando si parla di Mattarella il collegamento a quel Mattarellum del '93 viene quasi immediato. Il termine fu coniato dal politologo Giovanni Sartori per canzonare il sistema elettorale (firmato appunto da Mattarella), usando un latinismo per identificare una legge che – secondo lui – era un’illusione. Un gioco di parole che richiamava anche il matterello usato per introdurre una quota di proporzionale in quella legge elettorale. Ma Sergio Mattarella aveva già un lungo curriculum politico alle spalle.
Missione pulizia in Sicilia e dimissioni per legge Mammì
L’ingresso in Parlamento risale al 1983, quando militava nella Dc tra la corrente dei dorotei (i centristi) e la sinistra del partito riconducibile a Ciriaco De Mita. Quel De Mita che poi di lui disse: “Forlani, in confronto a Mattarella, è un movimentista”. Rieletto alla Camera nel 1987, fu inviato dallo stesso De Mita in Sicilia per risanare la Dc di Salvo Lima e Ciancimino dalle presunte collusioni mafiose. Lui in tutta risposta appoggiò come sindaco di Palermo un nome nuovo, slegato da ogni logica mafiosa: Leoluca Orlando. Nominato ministro dei Rapporti con il Parlamento (governo Goria), confermò l’incarico fino al 1989, quando fu promosso a ministro della Pubblica Istruzione con il governo Andreotti. In quegli anni ha compiuto un gesto politicamente molto forte, dimettendosi in segno di protesta contro la legge Mammì, quella sul riassetto televisivo considerata troppo favorevole a Silvio Berlusconi. “Riteniamo”, disse allora, “che porre la fiducia per violare una direttiva comunitaria sia, il linea di principio, inammissibile”.
Da Tangentopoli, alla guida della Difesa, fino alla Consulta
Nel 1994 si è battuto in primo persona per il rinnovamento democristiano dopo Tangentopoli, attraverso il Partito popolare italiano. Nel 1996, nel primo governo D’Alema è stato vicepresidente del Consiglio, successivamente nel D’Alema II è stato ministro della Difesa, incarico conservato anche con l’esecutivo di Giuliano Amato. E’ in quel periodo che decise senza esitazioni di aderire alla guerra della Nato in Kosovo. Guadagnandosi la stima degli Stati Uniti. Dal 2008, Sergio Mattarella non è più parlamentare e tre anni dopo è arrivata la nomina nella Consulta.