Chi è Guerlin Butungu, il quarto uomo fermato per gli stupri di Rimini
"Ci sono cose che i soldi non possono comprare: le buone maniere, la morale, il rispetto e l'amore". È questo il contenuto di un post condiviso nel 2016 su Facebook da Guerlin Butungu, il 20enne di origine congolese a capo della banda di stranieri che lo scorso 25 agosto ha stuprato una ragazza polacca su una spiaggia della cittadina romagnola, aggredito un suo amico e violentato poco dopo un transessuale peruviano. Dopo la confessione di due minorenni marocchini coinvolti nella vicenda, Butungu è stato fermato la mattina del 3 settembre alla stazione di Rimini mentre, stando a quanto riferiscono gli inquirenti, stava tentando di scappare a bordo di un treno da Pesaro, dove vive probabilmente in una struttura di accoglienza.
Il suo profilo social è ricco di foto, mentre è in palestra, al centro commerciale e in macchina, e tra i suoi interessi compare anche l'iscrizione a gruppi per la ricerca di lavoro, oltre che la fede in Geova, che ringrazia in numerose occasioni. E poi, quella foto datata 13 luglio 2016, in cui vengono elencate, in francese, tutte le cose che il denaro non riesce a comprare: prima di tutto le buone maniere, poi la morale, il rispetto, il carattere, il buon senso, la verità, la pazienza, la classe, l'integrità e l'amore. Insomma, niente farebbe presagire il fatto che sarebbe diventato presto uno degli aggressori più pericolosi e ricercati d'Italia. Butungu, 20 anni e di origine congolese, risiedeva, come gli altri fermati, nella provincia di Pesaro-Urbino, in una struttura di accoglienza ed era un richiedente asilo, ma a quanto pare era riuscito a integrarsi bene con gli altri ospiti della struttura. Ora, rimarrà a disposizione degli inquirenti che indagano sul caso per chiudere definitivamente il cerchio intorno a una vicenda che ha tenuto col fiato sospeso tutto il Paese.