Chi è Georges Aperghis? Ritratto del Leone d’oro 2015 per la Musica
L'ultimo Leone d'oro del quadriennio di direzione artistica affidata a Ivan Fedele per la Biennale Musica è assegnato a Georges Aperghis. In un'ottica aperta e "onnicomprensiva", il direttore Fedele aveva già scelto di premiare Steve Reich (guarda qui l'intervista), Sofia Gubajdulina (guarda qui l'intervista) e Pierre Boulez.
Biografia di Georges Aperghis
Aperghis comincia la sua carriera da pittore e solo successivamente si avvicina alla musica contemporanea, indagando dapprima la serialità e costruendosi via via il suo stile personalissimo ed eclettico. Ad Atene, quasi del tutto autodidatta, era venuto a contatto con la musica solo grazie ad alcune lezioni occasionali di pianoforte impartitegli da un amico di famiglia. Georges conosceva a stento le avanguardie europee, e aveva ascoltato solo alcuni brani di Arnold Schoenberg , Béla Bartók e Igor Stravinsky. Giunto a Parigi nel 1963, dopo aver abbandonato la pittura, si avvicina alla musica concreta di Pierre Schaeffer e Pierre Henry, portando con sé il bagaglio della ricerca di Iannis Xenakis, a cui per primo si ispira negli studi iniziali ("Antistixis", per tre quartetti d'archi, "Anakroussis" per sette strumenti e "Bis" per due orchestre). Dal 1970 è alla ricerca di un linguaggio più personale. Comincia così a gravitare intorno alla poetica di John Cage,Mauricio Kagel e si appassiona al teatro grazie a sua moglie, l'attrice Edith Scob. Nel 1971 compone "La tragique histoire du nécromancien Hieronimo et de son miroir ", per due voci di donna, luito e violoncello. Questo si configura come il suo primo approccio al teatro musicale, già da subito pienamente improntato al rapporto tra musica e testo , e alla centralità di quest'ultimo. Per il Festival di Avignone, compone "La tragique histoire …" (1971), "Vesper" (1972), "Pandaemonium" (1973), e la sua prima opera "Histoire de loups" (1976).
L'ATEM, la musica da camera e le opere
Dall'anno successivo la sua poetica si divarica, abbracciando tre grandi filoni: spettacoli teatrali, musica da camera e sinfonica, opera lirica. Fonda nel '76 l'Atelier Théâtre et Musique (ATEM), con sede prima nel sobborgo di Bagnolet poi a Nanterre, e con ciò cambia radicalmente il suo approccio compositivo. Gli spettacoli prevedono la presenza di musicisti (come Jean-Pierre Drouet ) e attori (come Michael Lonsdale ) e vengono assemblati in un lungo e faticoso processo di prove. Gli eventi quotidiani, in essi vengono trasposti in un universo poetico, assurdo e satirico. Si coniugano voce, strumenti musicali, movimento e testo, oltre ogni gerarchia teatrale prestabilita. Tantissimi gli spettacoli prodotti con l'ATEM. Tra gli altri: "Tra La bouteille à la mer" (1976), "Conversations" (1985), "Enumerazioni" (1988), "Jojo" (1990), "H, litanie musicale et égalitaire" (1992 ). Secondo amore di Aperghis è la musica suonata, da camera od orchestrale. Molti i suoi brani per strumento solista, ispirati da esecutori specifici, composti con attitudine performativa e teatrale. La scrittura determina tutto nei suoi lavori, forgiati su complessità ritmiche, registri estremi, grandi gamme dinamiche e virtuosismi e accostamenti inediti di voce e strumento, archi e percussioni, suono e rumore. La sua terza passione è, ovviamente, l'opera, nella quale la parola fa da padrona quale elemento unificante e vitale. Più di sei le opere al suo attivo: "Pandaemonium" (1973) tratto da Jules Verne, "Jacques le fataliste" (1974) da Diderot, "Histoire de loups" ( 1976) da Freud, "Je vous dis que je suis mort" (1978) da Edgar Allan Poe, "Liebestod" (1981) da Goethe e "L'Echarpe rouge" (1984) da Alain Badiou e una versione di "Tristi Tropici" di Lévi-Strauss.
Stile e poetica
Compositore estremamente prolifico, Georges Aperghis ha firmato più di 100 lavori, dal segno personale e di difficile classificazione. L'umorismo è una delle sue maggiori caratteristiche, unito alla competenza per la scrittura strumentistica e vocale e alla godibilità musicale e visiva. La sua ricerca è improntata alla realizzazione di una musica "totale" e sincretica e sinestetica. La scrittura è disseminata di grandi velocità, ripetizioni e materiale che si costruisce per accumulo. La ricerca sulla tensione ritmica attraversa tutta la sua opera. L'esperimento e la provocazione sono le linee guida del suo approccio musicale.