Chi è Catherine Corless, la donna che ha trovato la “fossa comune” di bambini in Irlanda
I resti umani di centinaia di bambini sono stati rinvenuti la scorsa settimana nei sotterranei della Casa del Buon Soccorso per le madri e gli infanti gestita dalle suore cattoliche nella piccola località di Tuam, contea di Galway, in Irlanda: i cadaveri erano disposti in una ventina di stanze, in quella che – secondo la commissione governativa che ha comunicato la notizia – avrebbe potuto essere la discarica della casa. I piccoli sono stati sepolti lì durante gli anni '50 e sono tutti deceduti tra le 35 settimane e i tre anni di vita in una delle numerose strutture che in quel periodo davano riparo in Irlanda alle madri nubili e ai loro figli, in un paese che per decenni ha coperto con un velo di omertà le azioni della Chiesa Cattolica.
Chi è Catherine Corless, la donna che ha risolto il mistero
In quegli anni migliaia di donne non sposate, insieme ai loro figli illegittimi, vennero ospitate nella Casa di Accoglienza di Tuam. Molte di quelle ragazze, dopo aver prestato servizio in quel posto, tornarono alla vita normale affidando però alle suore i loro figli, bimbi la cui sorte per molto tempo è rimasta sconosciuta. A far emergere la verità è stata la straordinaria tenacia di Catherine Corless, 63 anni, una storica dilettante che per anni ha spulciato nei documenti della contea non fermandosi neanche di fronte all’indifferenza e all’ostilità dell'opinione pubblica. La donna, madre di 4 figli, aveva sviluppato un interesse per la storia locale dopo che i suoi ragazzi erano cresciuti e se ne erano andati di casa.
Negli anni '70 alcuni giovani, giocando nel campo vicino alla ex casa di accoglienza, inciamparono in un mucchio di ossa. Gli abitanti del luogo edificarono allora un piccolo tempio che divenne meta di devozione poiché fu subito chiaro che lì sotto vi era una sorta di cimitero. Alcuni anni fa il mistero sull'origine di quei resti umani fu diradato proprio da Catherine Corless, che scoprì i certificati di morte di circa 800 bambini, molti morti per malattie come morbillo o pertosse, altri per cause più banali come laringiti o ascessi. Ciò dimostrava che i piccoli erano stati abbandonati e non adeguatamente curati. Fu la storica a scoprire che quei piccoli erano proprio sotto alla casa d'accoglienza e, faticando non poco, riuscì a portare sulla vicenda l'attenzione del governo, che decise di nominare una commissione d'inchiesta, che ora sta indagando su come le madri nubili e i loro figli vennero trattati tra il 1922 e il 1998 in altre 18 istituzioni religiose.