Charlie Gard, i genitori si arrendono: “È ormai troppo tardi per curarlo, lo lasciamo andare”
Ormai è troppo tardi per curare il loro bambino gravemente malato. Come riportato dal Daily Mail, che cita il legale della famiglia del piccolo, Grant Armstrong, i genitori di Charlie Gard, a sorpresa, hanno oggi ritirato la domanda di portare il figlio negli Stati Uniti, chiudendo il processo. "C'era una finestra di due mesi. Tristemente per Charlie ora è troppo tardi. Il trattamento non offre più chance di successo". Il padre ha affermato che "Charlie non vedrà il suo primo compleanno", che è tra meno di due settimane. Di fatto i coniugi hanno in questo modo abbandonato la battaglia giudiziaria per tenere in vita Charlie, che i medici considerano incurabile. Nelle settimane scorse aveva fatto richiesta all’Alta Corte di Londra di poterlo trasportare negli Usa per provare una terapia sperimentale. Charlie ha una malattia genetica rara che causa danni cerebrali e muscolari.
Proprio oggi a Londra era prevista una nuova udienza in vista di quella che sarebbe poi stata la decisione finale per il futuro di Charlie. Il giudice dell’Alta Corte aveva fissato due giorni di audizioni per esaminare nuove prove per stabilire se il bimbo affetto dalla sindrome da deplezione del Dna mitocondriale potesse essere trasferito in America per cominciare il ciclo di terapia alternativa. Nei giorni scorsi era stato il neurologo statunitense della Columbia University di New York, Michio Hirano, ad offrirsi per curare i Charlie, convinto che ci fosse fino al 50% di possibilità di miglioramento. I medici dell’ospedale, il Great Ormond Street, hanno sempre sostenuto che un nuovo trattamento sarebbe inutile a causa dei gravi danni al cervello e che quindi sarebbe meglio staccare i macchinari che lo tengono in vita. Ma oggi è arrivata l'inesorabile fine della storia. Il legale ha aggiunto che il danno ai muscoli e ai tessuti del piccolo di 11 mesi, è irreversibile. “Le peggiori paure dei genitori sono state confermate – ha detto -. Adesso è troppo tardi per curare Charlie”.