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Cgia Mestre: “Una piccola impresa su due non può pagare gli stipendi”

Calo del fatturato, “blocco” dei pagamenti da parte della P.A., boom di protesti. Un insieme di ragioni che ha messo gli imprenditori nelle condizioni di non poter più ripagare i prestiti ottenuti. E così le aziende in sofferenze sono aumentate del 165% nel 2012.
A cura di Biagio Chiariello
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crisi piccole imprese

Le difficoltà per le piccole imprese italiane sono cresciute a tal punto che almeno una su due non riesce più a pagare gli stipendi ai propri dipendenti ed è costretta a rateizzare o dilazionare i pagamenti, a causa della mancanza di liquidità. A lanciare l’allarme è la Cgia di Mestre, secondo cui, dall'inizio della crisi, i titoli di credito che alla scadenza non hanno trovato copertura sono cresciuti del 12,8%,  mentre le angosce bancarie in capo alle PMI hanno fatto registrare un’impennata impressionante: +165%. A mandare in rosso i conti correnti di molti imprenditori , oltre al calo del fatturato e al "blocco" dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione, è anche l'aumento dei protesti bancari. Un insieme di ragioni che ha messo le aziende nelle condizioni di non poter più ripagare i prestiti ottenuti. Ovviamente, fa notare la Cgia, il perché di questa situazione è da ricercare nella crisi economica che ormai sprigiona i suoi effetti negativi da 5 anni, "con conseguenze pressoché inimmaginabili sino a qualche tempo fa". Precisa il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi: "Il disagio economico in cui versano le piccole imprese è noto a tutti, con risvolti molto preoccupanti soprattutto per i dipendenti di queste realtà aziendali che faticano, quando va bene, a ricevere lo stipendio con regolarità". Una situazione quella italiana ben diversa da quella prospettatasi in altri paesi dell'Unione Europea: qui la la crisi ha portato all'allungamento dei tempi di pagamento nelle transazioni. A soffrire di più della situazione le imprese del Meridione, dove si trovano la maggior parte di quelle protestate: quasi 29 mila.

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