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Cernobbio, il premier Gentiloni: “Alle spalle la crisi più dura dal dopoguerra”

Il presidente del Consiglio è intervenuto sul Lago di Como nel corso del Forum Ambrosetti, parlando di lavoro e futuro del governo: “I miracoli non li faccio io, ma le famiglie e le imprese. La disoccupazione ancora dilaga, ma andiamo nella giusta direzione. L’Italia non è la pecora nera d’Europa”.
A cura di Ida Artiaco
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Il premier Paolo Gentiloni interviene al Forum di Cernobbio (LaPresse).
Il premier Paolo Gentiloni interviene al Forum di Cernobbio (LaPresse).

"L'Italia si è lasciata alle spalle la crisi più acuta che abbiamo avuto nel dopoguerra". Con queste parole è intervenuto al Forum Ambrosetti di Cernobbio, in programma a Villa d'Este sul lago di Como, il premier Paolo Gentiloni. Lo ha fatto sottolineando che "tra i tanti indici il più importante è quello di fiducia, il più impalpabile. Ma se cresce, nonostante le ansie comprensibili e anche le paure seminate ad arte, è uno degli elementi più incoraggianti per chi governa", nonostante il carattere imprevedibile dei tempi attuali. Fiducia dovuta, per il presidente del Consiglio, ad una situazione economica positiva in tutto il mondo, ed in particolare nel Continente europeo.

Mercato del lavoro ancora in affanno, ma "la direzione è quella giusta"

Numerosi i risultati raggiunti, ma, ha sottolineato ancora Gentiloni, "io non sono uno che promette miracoli. Questi li fanno le famiglie e le imprese". Ma si è già sulla buona strada per tornare a crescere tra le big del mondo. "In questi ultimi giorni siamo stati sommersi da diluvio di dati e statistiche – ha evidenziato ancora il premier -, la direzione di fondo è di una forte correzione in positivo. Penso che se ci fosse un premio per questo lo vincerebbe l'Italia. Siamo partiti stando sicuramente più indietro perché da noi la crisi è stata più acuta e se parti da molto indietro hai chance maggiori di altre".

"Non siamo la pecora nera d'Europa"

Ancora, anche se la disoccupazione è un fenomeno diffuso soprattutto nel Sud del Paese e tra giovani e donne, "c'è stata una ripresa grazie alle riforme che hanno funzionato e portato a 23 milioni di occupati che sono un record", ha precisato Gentiloni, il quale ha anche dichiarato che "negli anni della crisi si sono persi 1 milione 90 mila posti di lavoro e dal 2014 al 2017 ne sono stati recuperati più di 900mila. Abbiamo tantissimi problemi ma risultati su cui basarci". Proprio per questo, l'Italia "non può essere descritta come la pecora nera nel gregge delle nazioni europee, caratterizzata da instabilità di governo perché, se guardo alle prime sei maggiori economie europee, ci sono situazioni di maggioranze instabili alle quali l’Italia non ha nulla da invidiare. Roma non ha mai dato brutte sorprese agli alleati e agli investitori e non le darà in futuro".

Gli obiettivi dell'esecutivo

Gentiloni ha poi promesso una "fine di legislatura ordinata", con due obiettivi principali: da un alto una "una buona legge di bilancio, una legge che non faccia danni", e dall'altro il proseguimento del percorso di accompagnamento della crescita, facendo il possibile in particolare "per il lavoro dei giovani", per "l'innovazione" e sulla "riduzione delle diseguaglianze sociali". Infine, un riferimento alla scadenza elettorale sempre più vicina, tra cui la dichiarazione per cui "non vincerà la politica ridotta a insulto, la negazione della scienza, la derisione della competenza".

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