Catalogna, Puigdemont scrive a Rajoy: “Chiediamo a Madrid due mesi di dialogo”
Carles Puigdemont, presidente della Generalitat, ha deciso di non rispondere all'ultimatum di Madrid e di prendere invece ancora tempo. Con una lettera inviata al primo ministro spagnolo Mariano Rajoy il leader catalano ha chiesto un margine di due mesi per dialogare e negoziare un'uscita politica dal braccio di ferro. Cinque giorni fa il governo iberico aveva chiesto al governo catalano di chiarire la sua posizione: ora Puigdemont propone di organizzare "il prima possibile" un incontro urgente per "esplorare le prime intese".
Puigdemont: "Il governo spagnolo fermi la repressione"
Nella comunicazione ufficiale – inviata per fax – si ripete che il voto del referendum del primo ottobre ha dato mandato al Parlamento catalano di dichiarare l'indipendenza. Nella lettera Puigdemont chiede di "fermare la repressione" contro i cittadini catalani, riferendosi alle violenze della polizia durante il referendum del 1 ottobre, e contro il ‘Govern' per vie giudiziarie. Il presidente propone inoltre una riunione urgente a Mariano Rajoy, e che "le istituzioni e personalità internazionali, spagnole e catalane", che hanno chiesto di sospendere i risultati del referendum sull'indipendenza della Catalogna, possano esplorare la via del negoziato e verificare "l'impegno di ciascuna parte per trovare una soluzione condivisa".
Puigdemont, con un tono che El Pais ha definito "conciliante", sostiene che "la situazione in cui viviamo è di tale importanza che richiede risposte politiche e soluzioni che siano all'altezza", e ricorda di aver "sospeso" la dichiarazione di indipendenza e di aver proposto "un'offerta sincera di dialogo". "Non l'ho fatto per debolezza – spiega il presidente catalano – ma per avanzare una proposta onesta per trovare una soluzione per il rapporto tra lo Stato spagnolo e la Catalogna, rimasto bloccato da molti anni". Il presidente della Generalitat assicura inoltre che la "priorità" del suo governo è "cercare con determinazione il modo di dialogare: vogliamo parlare, come fanno le democrazie", aggiunge.
Malgrado la richiesta di tempo da parte di Puigdemont lasci intendere una volontà di distendere la tensione, la situazione è ancora estremamente delicata. Giovedì, infatti, il premier Rajoy – in virtù dell'articolo 155 della Costituzione spagnola – potrebbe decidere di sospendere l'autonomia catalana, destituire presidente e governo e prendere il controllo dei Mossos d'Esquadra. Si tratta di un'opzione mai presa in considerazione prima che potrebbe scatenare un'ondata di scioperi tra gli indipendentisti. Il rischio, in quel caso, è che una protesta finora pacifica e democratica possa assumere forme anche violente. In tal caso, la Generalitat dovrebbe dichiarare l'indipendenza unilaterale.