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Aggiornamenti sul referendum in Catalogna

Catalogna nel caos: Puigdemont non convoca le elezioni anticipate, Madrid chiede commissariamento

Inizialmente il presidente della Catalogna aveva acconsentito alla convocazione delle elezioni anticipate per evitare il commissariamento della regione autonoma, ma nel giro di poche ore ha fatto dietrofront: “Nessuna garanzia da Madrid, sarà il parlamento catalano a decidere il da farsi”.
A cura di Charlotte Matteini
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In tarda mattinata la notizia: come richiesto da Madrid, il presidente della Generalitat catalana Carles Puigdemont ha deciso di convocare per il prossimo 20 dicembre le elezioni anticipate, nonostante l'iniziale contrarietà, per evitare il commissariamento della regione autonoma e la destituzione dei vertici delle istituzioni catalane per opera del governo centrale di Madrid. La convocazione delle elezioni anticipate avrebbe portato il presidente indipendentista a rinunciare a dichiarare formalmente l'indipendenza unilaterale dalla Spagna, ma avrebbe permesso alla regione di non perdere la propria autonomia.

Non appena l'indiscrezione si è diffusa in Catalogna, i sostenitori dell'indipendenza sono scesi in strada e hanno protestato bollando Puigdemont come traditore degli ideali catalani. A distanza di poche ore è arrivata prima la battuta d'arresto, poi l'annullamento della decisione: Puigdemont non ha ancora deciso se convocare le elezioni anticipate. Anzi, no: nessuna convocazione. Madrid non assicura il congelamento dell'iter di applicazione dell'articolo 155 della costituzione spagnola, dunque il commissariamento non sarebbe scongiurato.

"L'applicazione dell'articolo 155 è abusiva e ingiusta, non accetto le misure che il governo di Madrid ha adottato", ha detto infine il presidente catalano. A queste parole il governo centrale di Madrid ha risposto paventando l'immediata applicazione del 155: "Per far fronte a una situazione estremamente grave in cui lo Stato di diritto ha strumenti eccezionali. Ciò che prevede l'articolo 155 non esiste solo in Spagna", ha spiegato al Senato la vicepremier spagnola Soraya Saenz de Santamaria. La fatidica giornata, che arriva a distanza di quasi un mese dal referendum per l'indipendenza della Catalogna, sarà domani, venerdì 27 ottobre, data in cui è prevista in Senato la votazione per l'applicazione del 155.

"Il mio dovere è tentare tutte le vie per trovare una soluzione dialogata e concordata per evitare l'applicazione dell'articolo 155. Avrei indetto le elezioni se vi fossero state le garanzie, ma queste garanzie non ci sono. Madrid oppone un atteggiamento vendicativo. Sarà il Parlamento catalano a decidere se proclamare l'indipendenza dopo aver confermato che non convocherà elezioni per non aver ricevuto garanzie dal governo spagnolo sullo stop al commissariamento della Catalogna. Oggi nulla giustifica una richiesta di elezioni regionali", ha spiegato il presidente catalano.

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