Castrazione chimica, Lega la propone, è scontro con M5s: “Noi non prendiamo in giro donne”
Ancora uno scontro nella maggioranza. Stavolta a far discutere Lega e Movimento 5 Stelle è l’idea lanciata dalla Lega di proporre la castrazione chimica. Immediata la presa di posizione dei Cinque Stelle, con fonti interne che spiegano: “Noi non prendiamo in giro le donne. Quello della Lega è infatti un emendamento applicabile nei casi in cui è prevista la condizionale. Questo significa che si applica solo a reati minori, dove appunto si prevede la condizionale, come il palpeggiamento ad esempio e non ha senso”. Il riferimento è a un emendamento della Lega al ddl Codice rosso con cui si vorrebbe prevedere la castrazione chimica. “Così – spiegano ancora i Cinque Stelle – è una presa in giro alle donne, si sfrutta la loro paura per fare campagna”.
Il Movimento 5 Stelle spiega ancora che “la violenza sessuale in sé è considerata già nel 4 bis dell'ordinamento penitenziario, per il quale reato è previsto il carcere senza condizionale. Per noi chi stupra si deve fare l'ergastolo e non deve nemmeno accedere alla condizionale. Si devono fare 30 anni di galera e deve esserci certezza della pena. Punto”. In mattinata era stato già il capogruppo al Senato, Stefano Patuanelli, a dire di non essere d’accordo sulla castrazione chimica. L’emendamento proposto alla Camera modificherebbe l’articolo 165 del codice penale, prevedendo che “la sospensione condizionale della pena, nei casi di condanna” per reati come la violenza sessuale, possa essere “subordinata a trattamenti terapeutici o farmacologici inibitori della libido con il consenso del condannato”.
Castrazione chimica, la proposta di Bongiorno e Salvini
La proposta sulla castrazione chimica è stata rilanciata oggi dal ministro della Pa, Giulia Bongiorno, che concorda con Matteo Salvini quando dice di introdurre questa possibilità: “Per questo abbiamo presentato alla Camera un emendamento per inserire la possibilità di subordinare la sospensione della pena ad un trattamento terapeutico o farmacologico inibitorio della libido. È su base volontaria, non è un trattamento incostituzionale. La Lega sostiene questa misura da tempo, anzi è uno dei motivi, con la legittima difesa, che mi ha fatto avvicinare alla Lega”. E nel pomeriggio è tornata sull’argomento a Sky Tg24, spiegando che è “un trattamento terapeutico inibitore della libido, che può essere proposto e non imposto, per evitare che si torni a consumare altre violenze, a una persona che confessa il reato e patteggia o ottiene condizionali. Gli si propone di sottoporsi al trattamento, reversibile, su base volontaria”.
Ieri era stato Matteo Salvini a riproporre la castrazione chimica, intervenendo sul caso di violenza di gruppo contro una ragazza americana a Catania: “Per i vermi violentatori di Catania, che hanno stuprato una turista, nessuno sconto: certezza della pena e castrazione chimica”. Poi, però, aveva precisato che si “chiama blocco androgenico e noi della Lega la proponiamo da almeno vent'anni contro gli stupratori. Ma non è una legge inserita nel contratto di governo”.