Caso Yara, l’urlo della madre di Bossetti: “È innocente: rifate il test del Dna”
"Lotto, combatto, perché so che mio figlio è innocente": a pochi giorni dal processo davanti alla Corte d'Assise d'appello di Brescia per il giudizio di secondo grado a Massimo Bossetti per il caso del rapimento e dell’omicidio di Yara Gambirasio, Ester Arzuffi torna a difendere suo figlio in un’intervista a ‘Il Giorno‘. La donna si dice certa che la condanna all’ergastolo, comminata in primo grado, non verrà confermata: “Non ci penso minimamente. È fuori da ogni mio pensiero. L’assassino non è Massimo. L’assassino è fuori. Non è Massimo”. Per la signora Arzuffi “soltanto con il Dna uscirà la verità. È troppo facile dire: è lui, è Massimo Bossetti. Sono tre anni che Massimo è dentro e sono tre anni che chiede la ripetizione dell’esame. Lo chiede Massimo, lo chiediamo noi. Perché non lo fanno? Di cosa hanno paura? Vogliamo chiarezza. Si fa in fretta a condannare. Bisogna valutare tutto”.
La svolta nel caso di Yara si è avuta con la rivelazione genetica che Massimo Giuseppe Bossetti e la gemella Laura Letizia non erano figli del marito di Ester, Giovanni, ma di Giuseppe Benedetto Guerinoni, conducente di autobus di Gorno. Quindi parla di “tante incongruenze” tra cui i “tanti altri DNA”. E ribadisce: La mia verità rimane una sola. Con mio marito dicevamo una cosa: sono i nostri figli. Nostri e di nessun altro”. Del suo Massimo, detenuto nel carcere di Bergamo, dice che oggi è “molto stanco. Stanchissimo. Però è molto forte, combattivo. Pensa ai figli. Vuole dimostrare ai figli che il papà non c’entra niente, che è la verità”. La donna parla anche del rapporto con la nuora, Marita Comi: “Non è più come prima, ma non voglio giudicare. Ha tre figli, ha i suoi problemi. Io ho i miei”.