Caso Yara Gambirasio: slitta ancora l’archiviazione per Fikri
È slittata per la seconda volta l’udienza in cui si doveva discutere della richiesta di archiviazione per Mohammed Fikri, il giovane marocchino fermato all’indomani della scomparsa di Yara Gambirasio. L’uomo fu accusato e incarcerato a causa di una traduzione sbagliata, poi fu liberato. L’archiviazione della sua posizione è stata chiesta dalla stessa procura di Bergamo e slitta oggi per la seconda volta perché, da quanto si è saputo, il procedimento sarebbe in attesa di un ulteriore riscontro sulla possibile contaminazione in sede di autopsia del Dna ritrovato sugli indumenti di Yara. Si è ancora alla ricerca, insomma, della totale estraneità del marocchino. Da parte del suo legale comunque c’è la certezza che il caso di Fikri sarà archiviato, l’ha ribadito l’avvocatessa Roberta Barbieri proprio prima di entrare in aula: “Anche in presenza di un rinvio il procedimento finirà archiviato”. Insieme all’avvocatessa c’era anche Fikri che, visibilmente teso, non ha voluto rilasciare dichiarazioni prima di conoscere la decisione nei suoi confronti.
La pista del Dna e del presunto padre del killer di Yara – Intanto, sul fronte delle indagini, la pista da seguire per trovare l’assassino di Yara continua a essere quella del Dna. Il lavoro degli inquirenti ha portato a un nome che dovrebbe essere quello del padre del presunto killer della giovane di Brembate di Sopra. Un uomo di Gorno morto nel 1999 e che per gli inquirenti avrebbe avuto un figlio illegittimo (dato che il Dna dei suoi figli naturali non coincide con quello ritrovato sul corpo di Yara). Ipotesi di fronte alla quale la famiglia e i conoscenti dell’uomo sgranano gli occhi: ormai nota la loro identità e stanchi delle accuse mosse nei loro confronti avrebbero richiesto direttamente loro la riesumazione del cadavere dell’uomo, una procedura che servirebbe a fugare qualsiasi dubbio su questa pista.