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Caso Tarantini: Pagamenti illegali e verità nascoste. Berlusconi sarà ascoltato dai pm

I soldi in contanti che il premier avrebbe corrisposto a Giampy Tarantini e Valter Lavitola violano la normativa antiriciclaggio. I giudici di Napoli ora vogliono sentire Berlusconi.
A cura di Biagio Chiariello
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Da vittima di una presunto ricatto al rischio di vedersi imputata l'accusa di violazione delle norme anti riciclaggio. Potrebbe essere rivista la posizione di Silvio Berlusconi nell'inchiesta della Procura di Napoli sulla supposta estorsione ai suoi danni intentata dai coniugi Tarantini, grazie alla triangolazione dell'ormai ex giornalista, editore dell’Avanti, Valter Lavitola.

Perché il premier pagava l'imprenditore pugliese in contanti e non con gli assegni? E' sulle basi di questa domanda che i pm napoletani hanno aggiunto l'ipotesi di pagamenti illeciti nell'ordinanza di custodia cautelare redatta dalla giudice di Napoli, Amalia Primavera, con la quale sono stati tratti in arresto Lavilota, tuttora latitante all’estero, Giampaolo Tarantini e la moglie di quest'ultimo, Nicla, poi scarcerata dal penitenziario di Pozzuoli per tornare a Roma, presso la sua casa ai Parioli, dove resterà agli arresti domiciliari.

Nel carte si farebbe riferimento a pagamenti di migliaia di euro effettuati dal presidente del Consiglio, nei confronti dei tre. Secondo l'accusa il Cavaliere avrebbe pagato l'imprenditore pugliese perché quest'ultimo lo minacciava di rivelare ai magistrati verità nascoste, che riguardavano i festini a Palazzo Grazioli in cui era coinvolto un giro di escort (tra cui Patrizia D'Addario). Berlusconi ha ammesso quei pagamenti (20 mila euro al mese e un accredito di 500 mila), spiegando però che si trattava di un atto di generosità per aiutare una famiglia bisognosa: “Volevo solo aiutare un amico”. Allo stesso modo si è difesa Ia moglie di Tarantini “Ha aiutato un povero cristiano” cioè il marito, che, ricordiamo, è da anni al centro di numerose inchieste nel capoluogo pugliese.

Ma le regole in merito ai pagamenti in contati sono chiare e sono state ratificate di recente proprio dal  Governo Berlusconi IV: dopo una certa somma (il tetto è di quattromila euro) bisogna segnalare il tracciato dei danari per evitare circuiti sospetti. E, come si è avuto modo di apprendere, in questa storia il giro di soldi è vertiginoso.

L'ordinanza di arresto riporta: "Le forme prescelte per far pervenire soldi al gruppo Lavitola/Tarantini – pagamenti occulti ed in contanti in aperta violazione della normativa antiriciclaggio – appaiono chiaramente ispirate alla volontà di mantenere riservati quei versamenti perché evidentemente privi di una causale lecita (affari, compravendite, prestiti, ecc.) che, ove invece sussistente, giustificherebbe le forme trasparenti e documentate (assegni, bonifici bancari) utilizzate tipicamente nelle ordinarie transazioni economiche".

Così – mentre la Procura di Lecce, indaga per verificare se i pm baresi hanno commesso irregolarità nelle indagini – il gip Primavera ha ritenuto necessario un interrogatorio del Presidente del Consiglio per chiarire la sua situazione. Berlusconi dovrebbe essere ascoltato mercoledì dai pm della procura di Napoli, anche se l'avvocato del Premier Niccolò Ghedini fa sapere che Silvio in questi giorni ha impegni istituzionali improrogabili.

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