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Caso Tarantini

Caso Tarantini, indagato il Procuratore Laudati per i presunti ritardi sull’inchiesta escort

Continua ad allargarsi l’inchiesta iniziata con la vicenda escort nelle ville del Premier. Dopo le indagini dei giudici napoletani e il via ad una nuova inchiesta a Bari, ora è la Procura di Lecce ad indagare i colleghi baresi per alcune irregolarità.
A cura di Antonio Palma
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Il Procuratore di Bari Antonio Laudati
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Non si ferma più lo scandalo Tarantini, anzi le intercettazioni svolte per portare a galla il giro di escort nelle ville del Premier hanno dato vita a molteplici filoni di indagini e stanno coinvolgendo numerosi esponenti del mondo politico, economico, finanziario e anche giudiziario. Ad essere nel mirino soprattutto il mondo della borghesia pugliese, qualcuno ha fatto anche il nome di D’Alema e di personaggi a lui vicini ma, come già era emerso alcune settimane fa, ad essere indagato ora è anche il Procuratore capo di Bari, Antonio Laudati.

Laudati è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Lecce, competente per i reati dei colleghi di Bari, dopo che il nome del procuratore è venuto fuori in alcune intercettazioni delle telefonate tra Tarantini e Lavitola. Le ipotesi di accusa sono abuso di ufficio e favoreggiamento, poiché vi è il sospetto che Laudati abbia favorito in qualche modo Tarantini e abbia ritardato la chiusura delle indagini, per evitare la divulgazione delle intercettazioni che coinvolgono Silvio Berlusconi.

Questo nuovo filone delle indagini viene fuori dall’inchiesta napoletana sulle presunte estorsioni ai danni del Premier da parte della famiglia Tarantini e di Lavitola. Le indagini ora dovranno accertare se Lavitola millantava durante le sue telefonate o effettivamente aveva degli appoggi nella Procura barese. Al centro del tentativo di estorsione, secondo i Pm di Napoli, vi erano proprio i timori del Premier di un’esposizione pubblica che lo avrebbe danneggiato. Per questo i due principali indagati in un’intercettazione parlano di un aiutino nel prolungare le indagini e un consiglio ad accettare un patteggiamento, che poi alla fine in realtà non vi è stato.

I faldoni spediti da Napoli alla volta di Lecce sono stati secretati e vi è il massimo riserbo sulla vicenda, anche se il caso ormai è scoppiato da tempo. Infatti l’episodio nella Procura di Bari aveva già avuto avvio con lo scontro interno tra Laudati e i primi assegnatari delle indagini, che lamentavano ritardi imputabili al Procuratore Capo. L'ex pm Giuseppe Scelsi aveva già presentato un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura proprio su alcuni presunti abusi di Laudati che lo avrebbe escluso senza motivo dalle indagini sulle escort.

Il Csm, che già sta indagando parallelamente alla Procura di Lecce, ha già ascoltato Scelsi e nei prossimi giorni dovrebbe sentire anche Laudati. Scelsi avrebbe confermato le sue accuse portando all’attenzione dell’organo di autogoverno dei magistrati alcune incongruenze di tempi e metodi. Laudati per il momento respinge tutte le accuse come aveva già fatto in precedenza, adducendo motivi di complessità delle indagini per giustificare alcuni ritardi nell’inchiesta.

Il caso Tarantini sta scoperchiando un pentolone carico di connivenze, inciuci di palazzo, e malaffare che coinvolge per il momento tre procure con quattro inchieste differenti, dopo che ieri la stessa Procura di Bari ha aperto un nuovo fascicolo sul sistema di corruzione sugli appalti pubblici messo in piedi dall’imprenditore pugliese.

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