Caso Tarantini: è scontro con i giudici, il Pdl vuole inviare gli ispettori a Napoli
Si è arrivati ad un vero è proprio scontro tra Pdl e Magistrati sul caso Tarantini. Che la situazione era incandescente era abbastanza visibile anche nei giorni scorsi, quando il Premier aveva annunciato che oggi sarebbe stato impegnato a Bruxelles e, quindi, non poteva essere interrogato dai magistrati. Il Procuratore Lepore si era affrettato a comunicare che la procura avrebbe chiesto un altro incontro col Premier, idea non abbandonata nemmeno oggi. Infatti, nonostante il Presidente abbia inviato ai magistrati una memoria difensiva, il Procuratore ha ribadito la necessità di ascoltare il Premier “la memoria difensiva non basta perché è una versione unilaterale, vanno fatte le domande per fare chiarezza, non per senso di persecuzione nei confronti di qualcuno” ha spiegato Lepore, aggiungendo “nessun cittadino si può sottrarre a suo piacimento all'esame da parte dei magistrati. Lo stesso presidente della Repubblica può essere sentito come teste”.
Questa mattina è arrivata una nuova citazione al Premier in cui gli si chiede di comparire come persona informata dei fatti. I Pm hanno, inoltre, indicato quattro possibili date a scelta del Premier, da giovedì 15 a domenica 18, lasciando al Presidente anche la scelta dell’orario, compreso tra le 8 e le 20. Lepore ha aggiunto che se Berlusconi anche in questo caso non fosse disponibile “o gli forniremo ulteriori date, o valuteremo in quel momento”. Quest’ultima espressione ha fatto subito pensare alla possibilità di una procedura di accompagnamento coatto, non smentita, anche se non semplice da attuare perché richiederebbe l’autorizzazione del Parlamento.
Proprio questa ostinazione dei Pm napoletani ha fatto infuriare il Pdl che, attraverso i deputati Enrico Costa e Manlio Contento, ha presentato un’interrogazione per chiedere al Ministro della Giustizia, Nitto Palma, di inviare gli ispettori negli uffici della Procura di Napoli. Per i deputati del Pdl i Pm napoletani hanno violato la legge prendendo decisioni che toccano al giudice, cioè quella di sollevare dal segreto professionale i difensori di uno degli imputati. Inoltre, dopo le parole di stamane del Procuratore di Napoli, le indagini sembrano, sempre secondo i deputati del Pdl, orientate contro il Presidente del Consiglio.
Sicuramente ciò che ha destato preoccupazione nel Pemier e nei suoi fedelissimi è che il Procuratore stamane nel respingere il sospetto, di voler mutare la posizione del Premier da parte lesa a indagato, non ne ha però escluso l'eventualità, "Berlusconi è parte lesa, non indagato. Naturalmente se lui desse una versione che contrasta con alcuni elementi obiettivi, c'è anche questa possibilità ".
Non è la prima volta che Berlusconi cerca in tutti i modi di sfuggire agli interrogatori dei giudici, ma quello che stupisce questa volta e che il Premier non è sotto processo per reati commessi, come era accaduto in passato, ma è parte lesa e in quanto tale i magistrati vogliono ascoltarlo. Ma si sa, per il Premier che si sente un perseguitato delle toghe rosse, non fa molta differenza, per lui i giudici sono lì per fregarlo.