Caso Tarantini, Berlusconi: “Non scappo dai giudici napoletani”
"Non credo sia un reato aiutare una famiglia in difficoltà con figli piccoli, con un'altra famiglia a carico, passata dall'agiatezza alla miseria". E' con queste parole che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, nel corso di una telefonata a Mattino 5, ribadisce che quei soldi dati a Gianpaolo Tarantini non sono frutto di un'estorsione subita, ma di un gesto di grande generosità che per lui è cosa normale. Una versione dei fatti senza dubbio legittima e verosimile. Per ascoltarla dalla bocca del Cavaliere e non nel corso di un programma televisivo, però, i procuratori di Napoli dovranno aspettare ancora un po'. Già, perché domani, come ampiamente annunciato, l'incontro a Palazzo Chigi tra i magistrati e il Cavaliere non ci sarà.
TRASFERTA PER "SPIEGARE LA MANOVRA"- Bruxelles e a Strasburgo lo attendono il presidente del Consiglio dei capi di Stato e di governo Van Rumpuy, il presidente della Commissione Barroso e il presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek. A loro spiegherà cosa c'è di nuovo e di buono nella manovra economica che sta per varare l'esecutivo italiano: "Ho ritenuto di andare a Bruxelles e Strasburgo– ha affermato Berlusconi a Mattino 5- per spiegare, carte alla mano, la manovra e l'assoluta volontà del governo di raggiungere il pareggio di bilancio". Insomma, i magistrati napoletani non c'entrano. Dire che la trasferta di domani sia stata organizzata per sfuggire alle loro grinfie per il Cavaliere è "un'assurdità".
LEPORE: "FISSARE PRESTO UN'ALTRA DATA"- Prima o poi, però, davanti ai giudici napoletani dovrà andarci, anche perché come ha affermato il procuratore capo di Napoli Giovandomenico Lepore nel corso di un'intervista al Corriere della Sera "nel nostro processo Berlusconi è parte lesa e io penso che sia un suo interesse fornirci la propria versione dei fatti". Saltato quindi l'incontro di domani, ora si lavora per cercare un'altra data buona per il Presidente. Lepore ha rivelato di aver chiesto ai legali del Cavaliere di "inviare la rinuncia scritta e di indicarci contestualmente una nuova data. Se questo non accadrà stileremo noi una rosa di giorni e su quelli bisognerà prendere una decisione. I tempi sono molto stretti".
L'INCHIESTA DELLA PROCURA- L'indagine portata avanti dalla Procura partenopea riguarda la presunta estorsione di denaro ai danni di Berlusconi da parte di Gianpaolo Tarantini, di sua moglie e di Valter Lavitola. Secondo la ricostruzione dei magistrati partenopei le ingenti somme versare dal Capo del governo all'imprenditore pugliese sarebbero servite a convincere quest'ultimo a patteggiare nel processo in cui era imputato: il patteggiamento, infatti, avrebbe evitato la diffusione delle imbarazzanti intercettazioni, in molte delle quali si sarebbe parlato di donne, nelle quali era coinvolto il Presidente del Consiglio.