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Caso Siri, M5S: “Salvini tiri fuori le palle”. Ministro: “Tappatevi la bocca, è l’ultimo avviso”

A due giorni dal Consiglio dei ministri, che dovrebbe votare la richiesta di dimissioni fatta dal premier Conte al sottosegretario Siri, si alza il livello dello scontro. M5S a Salvini: “Tiri fuori le palle e lo faccia dimettere”. Il viocepremier leghista: “A chi mi attacca dico tappatevi la bocca, lavorate e smettete di minacciare il prossimo. È l’ultimo avviso”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il Consiglio dei ministri che dovrà decidere sul caso di Armando Siriil sottosegretario indagato per corruzione, è previsto per mercoledì, ma a tre settimane dal voto del 26 maggio i due alleati di governo alzano il livello dello scontro. Ieri sul blog delle stelle è stato pubblicato quello che suona come una sfida a Matteo Salvini: "Sulla questione morale il M5S non fa passi indietro e alla Lega chiediamo di non cambiare sempre discorso, ma di tirare fuori le palle su Siri e farlo dimettere". Salvini dovrebbe mostrare più coraggio e maggiore coerenza visto che in occasione delle dimissioni della sottosegretaria ai Trasporti Simona Vicari (governo Renzi), perché indagata per concorso in corruzione, diceva: "Le dimissioni del sottosegretario non mi soddisfano. Non basta chiedere scusa e dimettersi", hanno attaccato i pentastellati.

Sullo stesso punto batte anche il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano: "Non capiamo proprio l'atteggiamento di Salvini, che quando la sottosegretaria del Pd Simona Vicari era indagata per concorso in corruzione affermava, agguerrito, concetti come ‘le dimissioni non mi soddisfano', mentre su Siri resta morbido e insiste sul fatto che al momento il sottosegretario al Mit debba restare al suo posto. Quando fai un governo e lo chiami Governo del Cambiamento significa anche che hai intrapreso una rotta ben precisa, lontana dalle dinamiche della Prima e della Seconda Repubblica. Salvini, la coerenza in politica è un valore irrinunciabile, specialmente se si governa". 

Nel governo si contano 8 ministri pentastellati e 6 della Lega. Il Cdm dovrebbe votare sulla proposta di revoca avanzata dal presidente del Consiglio Conte. Secondo Luigi Di Maio l'obiettivo non è comunque quello di aprire una crisi di governo. Una delle ipotesi che circolano in queste ore è che i ministri del Carroccio possano disertare in massa il Cdm, così da tenere il punto con gli alleati e dare un messaggio forte agli elettori. Intanto i leghisti e il segretario della Lega blindano il sottosegretario ai Trasporti. E Matteo Salvini risponde per le rime: "I processi in Italia si fanno in tribunale e non in piazza. Funziona così in democrazia", ha replicato ieri da Foligno, dove ha partecipato alla presentazione della candidatura a sindaco di Stefano Zuccarini. Poi sempre più irritato, lancia un ultimatum: "Gli amici dell'M5s pesino le parole. Se dall'opposizione insulti e critiche sono ovvie, da chi dovrebbe essere alleato no. La mia parola è una e questo governo va avanti cinque anni, basta che la smettano di chiacchierare. Mi dicono ‘tiri fuori le palle'? Ricevo buste con proiettili per il mio impegno contro la mafia. A chi mi attacca dico tappatevi la bocca, lavorate e smettete di minacciare il prossimo. È l'ultimo avviso". La risposta di Di Maio non si fa attendere: "Con la corruzione non ci si tappa la bocca, si parla e si chiede alle persone di mettersi in panchina".

L'inchiesta di Report sui sospetti di riciclaggio

Intanto l'inchiesta che coinvolge Siri si allarga: un servizio di Report che andrà in onda questa sera e che è stato anticipato dal Tg3, ha raccontato come il sottosegretario ai Trasporti raccontando abbia acquistato, per la figlia, una palazzina con 585 mila euro provenienti da un mutuo acceso presso una banca di San Marino. È stato proprio notaio che ha stipulato l'atto a segnalare la compravendita come operazione sospetta di riciclaggio. Sono le garanzie che avrebbe fornito Siri alla banca a finire sotto la lente del programma e, quando la giornalista chiede al notaio se vi siano state delle garanzie reali per ottenere il mutuo, lui risponde: "Ah questo io non glielo posso dire, io posso dire che garanzie reali nell'atto o con atto successivo almeno a mio rogito non ce ne sono…". 

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