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Caso Shalabayeva, Letta: “Chi ha sbagliato pagherà”. A rischio 4 funzionari

Il Premier e il ministro Alfano confermano di voler sanzionare i responsabili del caso dell’espulsione della donna e di sua figlia dall’Italia. Nel mirino alcuni funzionari del Viminale ma si attende la relazione interna del capo della polizia.
A cura di Antonio Palma
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Per il momento nessuna decisione concreta da parte del governo sul caso dell'espulsione di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako estradata dall'Italia  a maggio, tutti attendono il rapporto interno del capo della polizia Pansa ordinato dal Viminale. Dopo il Ministro degli esteri però anche il Premier Letta intervistato da Repubblica assicura "Faremo piena luce e arriveremo in fondo, anche dal punto di vista delle sanzioni. E dunque chi ha sbagliato ne risponderà". Ad ogni modo per il momento la posizione ufficiale del Governo è che a livello politico nessuno sapesse niente né Alfano né Bonino né lo stesso Letta e che i responsabili andranno trovati tra i dirigenti e i funzionari del Ministero dell'Interno. "Ho chiesto una relazione in tempi rapidissimi al capo della Polizia e in base a quella ricostruzione dei fatti agirò" ha spiegato Angelino Alfano durante una riunione ieri, lasciando intendere di volersi presentare al dibattito parlamentare di giovedì con alcune sanzioni già prese.

Nel mirino ci sarebbero almeno quattro funzionari che tra il 27 e il 29 maggio scorso decisero di assecondare le richieste dell'ambasciatore kazako in Italia autorizzando il blitz e approvando l'espatrio immediato per la signora e la sua bambina su un volo privato organizzato dalle autorità kazake. In testa lo stesso capo di gabinetto del ministro, Giuseppe Procaccini, che incontrò il diplomatico kazako, ma anche il responsabile della segreteria del capo della Polizia, Alessandro Valeri, così come il questore di Roma Fulvio Della Rocca. In realtà nella vicenda Shalabayeva molti elementi restano ancora oscuri e difficilmente la relazione di Pansa farà luce su tutto ciò che è accaduto.  Intanto la signora Shalabayeva con un memorandum consegnato dai suoi legali al Financial Times racconta i concitati momenti della sua cattura. La donna racconta dell'irruzione nella sua casa nel cuore della notte, la paura, il trasferimento prima in una stazione di polizia  poi al centro di espulsione senza poter parlare con un avvocato e senza capire effettivamente cosa stava accadendo.

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