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Caso Shalabayeva: I Kazaki davano ordini dagli uffici del Viminale

Secondo le ricostruzioni di alcuni funzionari del ministero dell’Interno, l’ambasciatore kazako e rappresentanti dell’ambasciata seguivano ogni passo dell’operazione dagli uffici del Viminale fornendo di volta in volta indicazioni agli agenti italiani.
A cura di Antonio Palma
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Dalle relazioni degli alti dirigenti della polizia raccolte nell'inchiesta condotta dal prefetto Alessandro Pansa  emergono particolari sempre più incredibili nel caso dell'espulsione dall'Italia di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov. In particolare emerge che la seconda irruzione nella villetta di Casalpalocco dove si riteneva fosse nascosto l'esule fu decisa direttamente nell'ufficio del prefetto Giuseppe Procaccini al Viminale e ordinata ai poliziotti direttamente dall'ambasciatore kazako Andrian Yelemessov. Come riporta il Corriere della Sera l'episodio viene raccontato dal responsabile della segreteria del capo della polizia Alessandro Valeri. Secondo la sua ricostruzione, Yelemessov era presente nell'ufficio del capo di gabinetto Procacci insieme ad un consigliere della stessa ambasciata prima del primo blitz e in quell'ufficio avrebbe consegnato i documenti su Ablyazov, tra cui una copia del bollettino di ricerche internazionali diramato dall'Interpol, per insistere sul blitz nella villetta.

Informazioni dettagliate su dove cercare nella villa – Sempre secondo la ricostruzione di Valeri il primo sopralluogo però portò ad un nulla di fatto così il giorno dopo l'ambasciatore e i suoi funzionari si ripresentarono al Ministero dell'Interno esternando  dubbi sulla efficacia dell'intervento fatto dalla polizia italiana e richiedendo un nuovo intervento con altre informazioni molto dettagliate su dove cercare nella villa, soprattutto in possibili cunicoli sotterranei. Alla fine però neanche nella seconda irruzione viene trovato Ablyazov ma nella villetta ci sono invece sua moglie e sua figlia che vengono prelevate e subiscono poi la procedura di espulsione. Come confermano anche altre relazioni dei funzionari di polizia, personale dell'ambasciata era presente poi in tutte le fasi dell'espulsione della Shalabayeva con una invasività senza precedenti.

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