Caso Sarah Scazzi: Sabrina Misseri resta in carcere ma la difesa è fiduciosa
Dopo 7 mesi di reclusione, Sabrina Misseri deve restare ancora in carcere. L'ha deciso la Prima sezione penale della Corte di Cassazione che ha respinto il primo dei ricorsi (12 novembre 2010) presentati dai legali di Sabrina Misseri contro l'ordinanza del Tribunale della Liberta' di Taranto. Una notizia che Sabrina, in carcere per l'omicidio per la cugina quindicenne, Sarah Scazzi, non avrebbe accolto con favore. Chi l'ha vista nelle ore successive alla diffusione della notizia dei tg hanno raccontato di una ragazza visibilmente scossa, che non faceva altro che piangere.
Un particolare rilevante però non era stato menzionato: sebbene il primo ricorso è stato giudicato "inammissibile" dalla Corte, in realtà la notizia vera sarebbe che la Corte ha annullato con rinvio il secondo ricorso contro l'ordinanza del Tribunale della Libertà emessa il 18 gennaio scorso. Fuor di burocratese, questo vuol dire che la difesa di Sabrina Misseri, chiamata in correità dal padre Michele Misseri per l'omicidio di Sarah, ha fatto un enorme passo in avanti. Il ricorso contro l'ordinanza del 18 gennaio prevedeva la negazione degli arresti domiciliari a Sabrina; a detta della difesa tale annullamento sembrerebbe rappresentare uno spiraglio per la ragazza, e per la sua libertà, sebbene le porte del carcere restino chiuse.
Ad ogni modo, ci sono stati momenti di panico; così ha commentato la vicenda l'avvocato Nicola Marseglia che assiste la ragazza: "Sabrina non aveva capito niente perchè le tv nazionali avevano detto in maniera semplicistica che erano stati rigettati i ricorsi. Invece la Cassazione ha rimesso in gioco la decisione del Tribunale dell'appello del 18 gennaio scorso".
Sulla decisione di scarcerare Sabrina è intervenuta anche la madre della ragazza, Cosima Serrano, che ha detto: "Sarebbe stato bello, ma ci speravo poco, visto che già due volte la richiesta di scarcerazione era andata male. E se volessero arrestare anche me, lo facciano pure. Tanto il carcere di Taranto lo hanno già sistemato, finirò con mio marito e mia figlia". Un'assunzione di colpa o le dichiarazioni di una madre e moglie disperata?