Caso Ruby: tv vietate nelle aule del processo a Silvio Berlusconi
Le emittenti di tutti il mondo avevano chiesto di prendere parte al processo per il caso Ruby, per il quale il premier Silvio Berlusconi è imputato per concussione e prostituzione minorile. Una richiesta concessa in seguito solo alla Rai, che si era impegnata a sua volta a cedere le immagini alle altre tv. E invece no, il processo all'uomo che ha fatto della tv il mezzo preferito in cui mandare in onda le sue campagne elettorali, il fondatore dell'ex Fininvest oggi Mediaset, non sarà possibile vederlo via cavo.
Ricordiamo che tra i testimoni che prenderanno parte al processo ci saranno volti noti dello star system nostrano e non solo: starlette del calibro di Belen Rodriguez, Elisabetta Canalis, ma anche Ayda Yespica e il divo di Hollywood George Clooney. Insomma il processo sul caso Ruby sarebbe stata un'occasione ghiotta per tutte le emittenti interessate alle vicende giudiziarie del Presidente del Consiglio: uno scandalo di grossa portata che catalizza da mesi l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale. Dopo attente valutazioni la Procura Generale, attraverso un provvedimento dell'avvocato generale dello stato, Laura Bertolè Viale e del procuratore generale Manlio Minale, responsabili della sicurezza nel palazzo, ha revocato la concessione alla RAI varata in precedenza dall'ordinanza del presidente del collegio giudicante, Giulia Turri.
In particolare l'ordinanza vieta le riprese video nei giorni del 4, 5 e 6 aprile e quindi in occasione del processo seguito allo scandalo bunga bunga e all'udienza preliminare per il processo Meditrade. L'accesso non sarà vietato soltanto alle aule dove si svolgeranno le udienze ma anche ai corridoi prospicienti l'aula. Ok della Procura per le registrazioni audio.
In realtà, sin dai primi momenti, la presenza delle tv non era stata vista di buon grado dai pm milanesi che avevano palesato le loro perplessità. Secondo l'opinione dei magistrati una tale attenzione mediatica avrebbe potuto condizionare non poco le deposizioni dei tantissimi teste citati in giudizio rispettivamente dalla difesa e dall'accusa.