Caso Ruby: rinviati a giudizio la Minetti, Emilio Fede e Lele Mora
Fissata la prima udienza del processo per il cosiddetto caso Ruby, il 21 novembre inizierà il dibattito presso la quinta sezione penale del Tribunale di Milano. Il Gup di Milano, Maria Grazia Domanico, ha rinviato a giudizio il giornalista Emilio Fede, la consigliera regionale lombarda, Nicole Minetti, e l’agente dei vip, Lele Mora. I tre sono accusati dalla Procura di induzione e favoreggiamento della prostituzione, avrebbero ingaggiato almeno trentadue giovani ragazze da far partecipare ai festini nella villa del Premier ad Arcore, comprese alcune minorenni.
Nella stessa decisione il Giudice per l’udienza preliminare ha stabilito anche che il processo resterà a Milano, rigettando la richiesta degli avvocati di Fede, di trasferire gli atti a Messina dove vi era stato il reclutamento della minorenne Karima el Mahroug, per il Gup il reato si è consumato a Milano. Altre decisioni riguardano la nomina di tre periti che dovranno trascrivere entro due mesi le intercettazioni dell’inchiesta, e l’ammissione delle dichiarazioni di un’altra ragazza che ha preso parte ai festini, Imane Fadil. Il giudice ha anche respinto la richiesta della difesa di trascrivere tutte le intercettazioni telefoniche in cui erano presenti Berlusconi ed altri parlamentari, per garantire le prerogative degli stessi.
Minetti Fede e Mora rinviati a giudizio per il caso Ruby
I tre sono accusati di induzione alla prostituzione per aver reclutato ragazze da portare ai festini nella villa del Premier
Brutte notizie per i personaggi coinvolti come la Minetti che ieri si era detta fiduciosa e questa mattina era in Aula “per farsi vedere dai giudici” come ha dichiarato lei stessa. Per l’altro imputato eccellente, il Presidente Silvio Berlusconi, stamattina udienza nello stesso tribunale di Milano per il processo in cui si deve difendere dalle accuse di concussione e di prostituzione minorile, sempre per il Caso Ruby e per le famose telefonate fatte alla questura per il rilascio della minorenne.
Gli avvocati di Berlusconi hanno chiesto la sospensione del processo, per attendere la decisione della Corte Costituzionale che dovrà decidere entro febbraio sulla questione del conflitto sollevata dalla Camera dei Deputati in estate. Ovviamente per i Pm che seguono il caso, la richiesta dei legali è infondata, ma in caso di risposta negativa da parte della Consulta, gli avvocati del Premier hanno già annunciato di voler sollevare una questione di legittimità costituzionale.