Caso Ruby-Berlusconi: Napolitano confida nella giustizia italiana
Prima di partire per la Germania, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un'intervista rilasciata alla rivista tedesca "Welt am Sonntag", esprime la sua fiducia nella giustizia italiana in merito allo svolgimento del processo del 6 Aprile, che vedrà Silvio Berlusconi indagato per prostituzione minorile e concussione.
Sul tanto discusso caso Ruby, Napolitano confida quindi nel nostro sistema giudiziario e d'altra parte ritiene che i diritti del presidente del Consiglio siano pienamente tutelati e che abbia a disposizione tutti i mezzi per potersi difendere davanti ai giudici. Per quanto riguarda invece, i delicati equilibri del nostro parlamento, il presidente della Repubblica è convinto che il governo potrà reggere finché disporrà di una solida maggiornaza alla Camera e al Senato, mentre la questione che più lo preoccupa è l'inasprirsi dei toni spesso troppo eccessivi e polemici, che fanno degenerare il dibattito politico in una vera e propria "guerriglia".
Dopo queste interessanti considerazioni sulle vicende giudiziarie di Berlusconi degli ultimi mesi, che hanno portato la scena politica italiana sotto i riflettori internazionali, nell'intervista Napolitano fa un commento del percorso storico-sociale dell'Italia, che quest'anno festeggia il 150esimo anniversario della sua Unità, la cui celebrazioni ufficiali sono previste per il 17 Marzo. Per Napolitano la fondazione dello Stato Nazionale segna l'ingresso dell'Italia nella modernità, lasciando alle spalle quella arretratezza dovuta alla frammentazione del nostro Paese in tanti piccoli Stati privi della forza necessaria per emergere in Europa. E soltanto attraverso la formazione dello Stato Nazionale, l'Italia è divenuta un soggetto politico essenziale per l'Europa.
Infine, per quanto riguarda i nuovi equilibri stabilitisi con l'Unione Europea, Napolitano ha affermato: "Europa significa unita' nella diversità. Non ci puo' essere uno stato europeo. Le nazioni sono una realtà storica e culturale, e in esse si incarna la memoria collettiva. E questi sono valori che non devono scomparire con l'eliminazione delle frontiere."