Regeni, si vota per istituire la commissione d’inchiesta, ma la Camera è deserta per il ponte
Ieri mattina il presidente della Camera, Roberto Fico, ha chiesto "unità" ai partiti politici che avrebbero discusso e votato, di lì a poche ore, l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sull'omicidio di Giulio Regeni. "Vogliamo tutti la verità, la pretendiamo tutti con forza, a prescindere dalle forze politiche di appartenenza", ha scritto Fico sul suo profilo Facebook. Con lui anche Arci nazionale, che ha realizzato il "dossier Egitto, contributo alla campagna per la verità", sottolineando la speranza che "si proceda con voto unanime e con un mandato forte del Parlamento". Mentre qualche settimana fa la deputata di Leu, Laura Boldrini, aveva parlato della commissione d'inchiesta come "ultima speranza per fare chiarezza sull'omicidio". Ma ieri, nonostante la solidarietà espressa in momenti diversi da tutte le componenti dell'Aula, a Montecitorio c'erano solo 19 deputati: 8 del Partito Democratico, 5 del Movimento 5 Stelle, 2 della Lega, 2 di Forza Italia e 2 di Liberi e Uguali. Non è servito neanche l'ultimo appello ufficiale, lanciato pochi giorni fa dai genitori del ricercatore italiano ucciso in Egitto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il quale ha ammesso che "non c'è nessun passo avanti concreto" nella soluzione del caso Regeni.
Nel silenzio tombale della Camera dei deputati, Sabrina De Carlo, relatrice pentastellata in commissione Giustizia, ha illustrato la proposta ai pochi presenti: 12 mesi di tempo per chiarire le responsabilità della morte di Giulio Regeni, verificando anche fatti, atti e condotte commissive e omissive che hanno contribuito a ostacolare, ritardare o rendere più difficili le indagini. Uno dopo l'altro i rappresentanti dei partiti politici presenti hanno dato il loro consenso sull'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta: Paolo Formentini per la Lega, Pierantonio Zanettin per Forza Italia, Massimo Ungaro per il Partito Democratico. Proprio quest'ultimo ha sottolineato che "la Repubblica araba d'Egitto diretta dal generale-faraone al Sisi, ci sta prendendo in giro", per poi "indignarsi" per l'Aula vuota, mentre un altro deputato dem, Filippo Sensi, twittava sulla desolazione della Camera. Per oggi alle 14 è in programma una nuova seduta di esame in Aula.