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Omicidio Giulio Regeni

Caso Regeni, a 2 anni dalla morte spunta lettera dei servizi segreti. Egitto: “È falsa”

La Procura egiziana diffonde un comunicato in cui dichiara falsa la lettera che proverebbe l’arresto di Regeni e la successiva consegna ai militari di Al Sisi.
A cura di Annalisa Cangemi
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La Procura generale egiziana smentisce le ultime indiscrezioni a proposito di un nuovo documento che darebbe una svolta alle indagine sull'uccisione di Regeni. La Procura del Cairo ha diffuso un comunicato, in cui definisce "totalmente contraffatta" un lettera attribuita ai vertici dei servizi segreti egiziani in cui si parla di un arresto di Giulio Regeni. "Questa lettera è totalmente falsificata e la Procura generale egiziana ha informato immediatamente il suo omologo italiano" su questa circostanza, "nel quadro della fruttuosa cooperazione fra le due parti", si afferma nel comunicato.

Il documento in questione è stato raccolto tra quelli già contenuti nel fascicolo d'inchiesta della Procura di Roma. La lettera proverebbe che il giovane ricercatore era stato sequestrato dagli 007 civili e poi consegnato ai militari di Al Sisi. Il documento dimostrerebbe il trasferimento di Regeni dal servizio segreto civile a quello militare e si parla di lui come "cittadino italiano, accusato di spionaggio per conto dei servizi informativi esteri britannici e di organizzazione con soggetti terzi ai fini di destabilizzare il paese, provocare disordini pubblici finalizzati alla caduta del governo egiziano in occasione dei festeggiamenti di popolo per il quinto anniversario della gloriosa rivoluzione del gennaio".

E nel testo si trova anche l'elenco degli effetti personali che il prigioniero aveva con sé, e tra questi anche un certificato medico.

La Procura generale egiziana ha ricevuto dal suo omologo italiano, il 22 gennaio 2018, questa lettera anonima "inviata "all'ambasciata italiana nella capitale svizzera Berna", è spiegato nel comunicato, confermando indiscrezioni mediatiche diffuse oggi. Il testo trasmesso è una lettera "attribuita al presidente dei Servizi di informazione egiziani, destinata ai servizi di informazione militari in Egitto, datata 30 gennaio 2016, dove è scritto che i servizi di sicurezza egiziani avevano arrestato la summenzionata vittima". 

E ancora: "Queste notizie potrebbero danneggiare la cooperazione giudiziaria fra le due Procure. Partendo dalla presa di coscienza della Procura generale dell'importanza di tale questione, e per accelerare la scoperta della verità, il Consigliere del Procuratore generale ha ordinato un'inchiesta immediata su questa lettera, sulla sua forma e il suo contenuto", recita la nota egiziana. Con l'inchiesta si è puntato anche "a verificare le firme, i timbri in basso" come anche "le informazioni che vi erano scritte". 

La Procura di Roma conferma sostanzialmente la posizione del comunicato egiziano: "La Procura di Roma conferma di avere ricevuto oggi dalla Procura generale d'Egitto una comunicazione nella quale si afferma che "dalle indagini è stata accertata aldilà di ogni dubbio la falsità della lettera apparsa oggi su alcuni organi di stampa italiana. Ritenuta pertanto la completa falsità della lettera è stato deciso di ignorarla e di non considerarla una prova nelle indagini".

E intanto dalla sparizione di Regeni sono passati quasi due anni. Era il 25 gennaio, quando si persero le tracce del giovane studente di Cambridge, e precisamente le 19 e 41. Il 3 febbraio di due anni fa il suo corpo straziato veniva recuperato sul ciglio di una superstrada alla periferia est della capitale egiziana.

Dopo lunghe trattative, e lenti passi avanti nelle indagini durante l'ultimo anno, lo scorso settembre è tornato al Cairo l'ambasciatore italiano Giampaolo Cantini, segno di una distensione nei rapporti tra  Italia e Egitto dopo uno strappo nelle relazioni diplomatiche tra i due Paesi durato quasi un anno e mezzo. E dopo due mesi sono arrivati i primi segnali di collaborazione. Primi tra tutti i nuovi elementi probatori passati alla procura di Roma nell'incontro del 21 dicembre con quella generale del Cairo. E la consegna del fascicolo giudiziario ai legali della famiglia Regeni che l'aveva richiesto invano per un anno e mezzo, e non era mai riuscita ad ottenerlo, dopo promesse mai mantenute e rinvii sospetti da parte dell'Egitto.

Per ricordare Regeni domani sono state organizzate da Amnesty International decine di manifestazioni in varie piazze, e alle 19,41 verranno accese migliaia di candele gialle. A Fiumicello, il paese natale del giovane, si terrà una fiaccolata commemorativa, mentre il palazzo della Regione Friuli Venezia Giulia, in piazza dell'Unità d'Italia a Trieste, sede della presidenza regionale, sarà illuminato di giallo.

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