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L'omicidio Meredith Kercher

Caso Meredith Kercher: nel giorno della requisitoria emergono nuovi particolari

È in corso a Perugia il processo d’appello a Raffaele Sollecito e Amanda Knox condannati in primo grado per l’omicidio di Meredith Kercher. Entrambi continuano a dichiararsi innocenti ma l’accusa chiederà nuovamente l’ergastolo.
A cura di Susanna Picone
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Una delle protagoniste del delitto di Meredith Kercher
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Sono passati quasi quattro anni dall’omicidio a Perugia della studentessa Meredith Kercher ma ancora non si è spento l’eco mediatico innescato dal terribile delitto. Un eco mediatico riportato anche da Giuliano Mignini, il sostituto procuratore che ha vissuto sin dall’inizio le indagini della polizia e che ha parlato addirittura di un processo mediatico parallelo a quello che si è svolto e si continua a svolgere in aula. La differenza è che, grazie o per colpa dei media, quelli che sono ancora oggi i primi accusati, l’americana Amanda Knox e l’italiano Raffaele Sollecito, sono stati spesso decontestualizzati dal loro status di imputati giocando, forse troppo, il ruolo dei giovani di buona famiglia in carcere senza motivo e così facendo sono entrati nelle grazie dei telespettatori.

Amanda e Raffaele, già condannati in primo grado rispettivamente a 26 e a 25 anni di carcere, intanto hanno vissuto oggi un’altra giornata in aula dove sono iniziate le requisitorie dell’accusa a cui seguiranno nei prossimi giorni le arringhe difensive e poi le repliche.

Condannato in primo grado per l'omicidio di Meredith.
Raffaele Sollecito

È stata durissima la requisitoria del sostituto generale Giancarlo Costagliola che ha attaccato le conclusioni della Corte d’appello definendole “frutto di un esame superficiale e dal piglio innocentista”. “Negare la presenza del dna di Meredith Kercher e Raffaele Sollecito sul coltello e sul gancetto del reggiseno è una falsificazione scientifica della realtà”, ha continuato, attaccando la perizia svolta dai professori Carla Vecchiotti e Stefano Conti. Secondo Costagliola, anche se il test del Dna non fosse univoco rappresenta comunque un elemento importantissimo per il processo che non può essere messo da parte. Inoltre è stato definito “attendibile e affidabile” anche il clochard che ha sostenuto di aver visto Amanda e Raffaele vicino alla casa del delitto la sera del primo novembre 2007.

“ Ho ancora nella memoria gli occhi sbarrati di Meredith. Me li porterò dentro per sempre. ”
Giuliano Mignini

Costagliola ha concluso rivolgendosi infine ai giudici della corte d'Assise e d'Appello di Perugia chiedendo di “sentirsi un po’ genitori di Meredith, una ragazza seria e discreta alla quale Amanda e Raffaele hanno impedito di vivere”.

Secondo le indiscrezioni, l’accusa dovrebbe chiedere nuovamente l’ergastolo per i due imputati così come aveva già fatto in primo grado. Amanda e Raffaele intanto continuano, come da ormai quattro anni, a dichiararsi innocenti.

Uno dei legali di Sollecito, l’avvocato Giulia Bongiorno, ha commentato poi con i giornalisti le requisitorie del procuratore generale Costagliola e del pm Mignini come “fragili e inconsistenti”.

"La requisitoria di oggi mi sembra che registri un po' una giravolta da parte dell'accusa. Fino ad ora si è sempre ed esclusivamente parlato di dna. Adesso che la perizia ha dimostrato che questo dna non è attribuibile a Raffaele e ad Amanda ci si concentra su altre questioni che aveva messo da parte la stessa accusa".

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