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Caso Lusi, la GdF sequestra case e due milioni di euro al Senatore

Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Roma ha posto sotto sequestro diversi immobili e conti correnti riconducibili al senatore ex tesoriere della Margherita accusato di aver sottratto oltre tredici milioni di euro dalle case dell’ex partito.
A cura di Antonio Palma
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Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Roma ha posto sotto sequestro diversi immobili e conti correnti riconducibili al senatore ex tesoriere della Margherita accusato di aver sottratto oltre tredici milioni di euro dalle case dell'ex partito.

Continuano le indagini della Procura di Roma sullo scandalo che ha coinvolto il senatore ed ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, accusato di aver sottratto oltre tredici milioni di euro dalle casse dell'ex partito centrista durante la sua amministrazione dei fondi pubblici destinati al partito. Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Roma poche ore fa ha messo sotto sequestro diversi immobili e due milioni di euro riconducibili al senatore ex Pd.

La nuova svolta nelle indagini della magistratura arriva dopo i provvedimenti già effettuati nel mese scorso, quando al Senatore furono sequestrate lussuose ville e palazzi nel centro della Capitale e soprattutto le quote nelle società che avrebbero fatto da tramite per il furto dalle case del partito e che poi sono state il principale veicolo per l'acquisto di lussuosi immobili. Gli inquirenti erano certi di poter trovare altre risorse economiche nella disponibilità del senatore a cui egli non aveva accennato e dunque oggi  le Fiamme Gialle, sotto mandato dei Pm Alberto Caperna e Stefano Pesci che conducono le indagini, hanno messo i sigilli a cinque appartamenti nei pressi di L'Aquila e ad una villa nei pressi di Ariccia, mentre hanno bloccato oltre due milioni di euro rintracciati su un conto aperto presso la Allianz Bank .

Un altro colpo ai patrimoni del Senatore in attesa di verificare se siano frutto delle ruberie confessate agli inquirenti dallo stesso parlamentare o acquisiti in maniera legale. Certamente il fatto che Lusi non avesse accennato  alla loro esistenza al momento dell'arresto e della confessione nonostante i suoi legali avessero chiesto  di patteggiare la pena, non è un buon segnale per gli inquirenti. L'intento dei Pm ovviamente oltre a quello di trovare eventuali complici, è quello di riuscire a recuperare buon parte dei soldi sottratti al partito. All'inizio delle indagini, infatti, i Pm non avevano disposto alcun provvedimento sui beni dell'indagato, ma dopo il mancato accordo tra Lusi e i vertici della Margherita sulla restituzione di una parte dell'ammanco i giudici hanno iniziato la serie di verifiche che stanno portando a numerosi  sequestri.

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