Caso Expo, Frigerio chiama in causa Berlusconi, Maroni e Lupi

Sono cominciati nel carcere di Opera, a Milano, gli interrogatori delle sette persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti truccati dell’Expo 2015. Gianstefano Frigerio, ex parlamentare della Dc e poi di Forza Italia, arrestato con l'accusa di turbativa d'asta e corruzione, ha detto di aver incontrato l’ex premier Silvio Berlusconi, "più volte ma quasi mai da solo". Ma anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, "una sola volta", o il ministro (del Nuovo Centrodestra) delle Infrastrutture Maurizio Lupi ben "quattro volte negli ultimi dodici mesi". Quest'ultimo però nega tutto. Due giorni fa, intervistato da Alberto D’Argenio su Repubblica, ha ribadito di non aver mai ricevuto il pizzino evocato in una intercettazione da Frigerio per sponsorizzare all’Anas il manager regionale lombardo Rognoni, sulla sua non frequentazione dell'ex parlamentare era stato chiaro: "Non lo vedo e non lo sento da quattro anni, è una cosa pazzesca e imbarazzante doversi giustificare per qualcosa che non sta né in cielo né in terra".

Dai verbali dell'inchiesta spuntano dei pizzini che sarebbero stati portati ad Arcore a Berlusconi e a Roberto Maroni. Come scrive Repubblica, Gianni Rodighiero – faccendiere di Gianstefano Frigerio – si sarebbe occupato dei messaggi, tra i quali quelli da far pervenire nella villa dell'ex Presidente del Consiglio. La presenza di Rodighiero ad Arcore – così come quella di Frigerio – è dimostrata dai tabulati; le celle telefoniche segnalano una presenza di quella che è stata definita la Cupola anche al Pirellone.