Caso Diciotti, oggi il voto al Senato: M5s pronto a salvare dal processo Matteo Salvini
Il giorno della verità è arrivato. Oggi la Giunta per le immunità parlamentari del Senato sarà chiamata a votare sulla richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dal Tribunale dei ministri di Catania nei confronti del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sul caso Diciotti. I 23 componenti della Giunta saranno chiamati a decidere se ci sarà o meno il processo a carico del vicepresidente del Consiglio. Dopo il voto degli iscritti del Movimento 5 Stelle sulla piattaforma Rousseau, il risultato appare scontato: niente autorizzazione a procedere e quindi niente processo. La giunta si riunirà alle 13:30 a Sant’Ivo alla Sapienza. Il presidente della Giunta e relatore, Maurizio Gasparri, ha proposto di votare contro l’autorizzazione. E ha fatto sapere che la seduta dovrebbe durare non più di due ore. Si voterà con scrutinio palese, cioè per alzata di mano. L’esito sembra scontato: ieri gli iscritti M5s hanno votato online contro l’autorizzazione a procedere (59% a 41%) e hanno così stabilito che i senatori pentastellati dovranno votare per salvare il ministro dell’Interno dal processo.
I numeri in Giunta
La Giunta è composta da 23 senatori: 7 del Movimento 5 Stelle, 4 per Forza Italia, Pd e Lega, 1 per Leu, Autonomie, Fratelli d’Italia e uno anche nel gruppo misto, cioè l’ex Cinque Stelle Gregorio De Falco. Con il no all’autorizzazione da parte del M5s, i voti contrari dovrebbero essere 16 o 17. Il margine c’è ed è ampio. Voteranno contro l’autorizzazione i senatori di Forza Italia (probabilmente si esprimerà anche il presidente Gasparri, ma potrebbe essere assente una senatrice attualmente in maternità), i leghisti, il senatore delle Autonomie e quello di FdI. Più i Cinque Stelle. A favore del processo saranno invece in 6: Pd, Leu e De Falco. I pentastellati sono, quindi, l’ago della bilancia.
Le reazioni nel M5s
In nottata Luigi Di Maio, capo politico del Movimento, ha ribadito il suo commento sul voto online: “Abbiamo fatto decidere i nostri iscritti, noi lo facciamo da anni. I nostri iscritti decidono e noi portiamo avanti quella linea. Se sul caso Diciotti fosse uscita l'altra linea avrei portato avanti quella perché nel M5s lasciamo spazio alla democrazia. Se lo avessero fatto le altre forze politiche ora non starebbero all'opposizione”. Intanto il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, avverte in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: “Questo – dice riferendosi all’espulsione di chi voterà contro la decisione presa col voto online – sarà deciso eventualmente dagli organi preposti. Io faccio parte del collegio dei probiviri per cui non mi posso esprimere al riguardo. Certo, credo che i nostri parlamentari debbano rispettare la base”.
Ma non mancano le voci critiche all’interno del M5s. La deputata Gloria Vizzini spiega al Fatto Quotidiano di aver votato per l’autorizzazione a procedere, “perché ci si deve difendere nei processi e tutti sono uguali di fronte alla legge. E questo è sempre stato un principio cardine del Movimento. Però mi stupisce un fatto: i nostri colleghi del M5s che fanno parte della giunta per le autorizzazioni avevano spiegato di non potersi esprimere senza prima aver letto le carte sul caso Diciotti, e ora invece hanno fatto decidere chi le carte non poteva proprio leggerle”. La situazione è quella di un Movimento “spaccato”, secondo Vizzini. La senatrice ‘dissidente’ Paola Nugnes rincara la dose, parlando a Radio Capital: “La rete aveva già votato su questo punto quando abbiamo votato il programma. È una contraddizione forte, perché questa votazione è fuori regolamento. Nell'articolo 4 dello Statuto, che è quello che regola le votazioni, quelle di questo tipo non sono previste”.
Le reazioni fuori dal M5s
In mattinata è tornato sul voto online il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi: “Il voto online ha sicuramente indebolito il M5s e anche Di Maio. I sondaggi presentano una situazione di crollo dei consensi sul M5s, di cui noi prendiamo atto con molta soddisfazione. Salvini invece sale perché il tema dell'immigrazione e della sicurezza ha fatto presa sui cittadini, gli italiani avvertono sulla loro pelle un senso di insicurezza per la presenza di troppi immigrati”, afferma ad Omnibus, su La7. Un altro ex presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, commenta su Twitter: “La piattaforma Rousseau decide che i senatori grillini devono impedire ai giudici di procedere. Milioni di elettori M5s si chiedono dove sia andato a finire il loro voto. Tutti gli italiani resteranno col dubbio che Salvini chiudendo i porti abbia abusato del proprio potere”.