Caso Azzollini, “no” del Senato all’arresto
UPDATE – Malumori nel Pd dopo il voto. Il no all’arresto di Azzollini ha creato divisioni all’interno del Pd. “Francamente credo che ci dobbiamo anche un po' scusare, perché credo che non abbiamo fatto una gran bella figura”, ha detto la vice segretario del Pd Deborah Serracchiani. “C'è stata una decisione presa da una commissione, i membri di quella commissione hanno indicato qual era secondo loro la strada da seguire, penso che in Aula si dovesse seguire quel percorso. Detto questo, sono convinta che i senatori, su un tema così complesso, abbiano fatto una riflessione profonda, studiato le carte, abbiano ritenuto in coscienza di votare. Credo però che a volte ci siano delle opportunità sulle quali una riflessione in più va sempre fatta”, ha aggiunto Serracchiani. “Sul caso Azzollini ci siamo fatti male da soli”, ha detto Gianni Cuperlo. Alfredo D’Attorre ha invece cosa sia cambiato dal voto della Giunta in cui il Pd votò a favore dell’arresto ad oggi. Lorenzo Guerini, da parte sua, ha rilasciato una dichiarazione in serata: “Sulla vicenda Azzollini mi è già capitato di dire che i senatori Pd si sarebbero comportati senza pregiudizi e senza sconti approfondendo il merito della questione. Immagino che tutti i senatori di tutti i partiti abbiano letto le carte per formare poi la propria convinzione. Il voto segreto, che noi non abbiamo richiesto, ha dato il risultato che conosciamo e mi pare di capire con una certa trasversalità”. “Se anche alcuni senatori del Pd hanno scelto di votare contro l'arresto evidentemente è perché – ha detto Guerini – non hanno rilevato dalle carte ragioni sufficienti per dare l'assenso. Ribadisco che trattandosi di scelte che riguardano le persone vanno soprattutto analizzate le carte”.
UPDATE ore 12.00 – Il Senato ha votato a maggioranza contro l'arresto di Azzollini. L'aula ha respinto con 189 no, 96 sì e 17 astenuti la richiesta di procedere all'arresto dell'ex presidente della Commissione Bilancio. Nel dibattito in aula il Azzollini si è difeso: C'è ‘fumus persecutionis' ai miei danni, perché di questo si tratta". Lucrezia Ricchiuti, del PD, ha replicato: "Non c'è nulla nella carte che faccia pensare che i magistrati siano in malafede e che non abbiano rispettato la legge".
Il caso Azzollini sbarca in Senato. Nella giornata di oggi Palazzo Madama sarà chiamata a esprimersi in merito alla richiesta d'arresto avanzata dalla Procura di Trani nei confronti dell'ex presidente della Commissione Bilancio, secondo l'accusa coinvolto nel crac della Casa di Cura Divina Provvidenza. Mentre la Giunta per le Immunità ha proposto di votare sì al procedimento cautelare è tuttavia assai probabile che i senatori, nel segreto dell'urna, decideranno di "salvarlo": determinante la decisione del Partito Democratico di lasciare sulla questione la piena libertà di coscienza ai suoi. Luigi Zanda, presidente dei senatori PD, ha inviato una lettera e chiesto ai "suoi" parlamentari di seguire il dibattito in aula e formarsi un proprio convincimento, votando di conseguenza senza un'indicazione dai vertici del partito.
Stando a quanto rivela Rainews molti parlamentari interrogati sul punto avrebbero confessato di non voler votare a favore dell'arresto di Azzollini, malgrado la Giunta per le Immunità si sia espressa in modo molto netto. "Leggendo con attenzione le carte – rivelano esponenti del Pd – ci si rende conto che contro di lui non hanno quasi nulla. Se non altro nulla che possa motivarne l'arresto". E' quindi assai probabile che l'ex presidente della Commissione Bilancio riuscirà a salvarsi dagli arresti domiciliari.
In mattinata si aprirà la discussione in aula: Dario Stefano, presidente della Giunta per le Immunità, illustrerà la sua proposta di procedere con l'arresto. Poi, se almeno 20 senatori lo chiederanno, si procederà con il voto segreto e nel segreto dell'urna potrebbe accadere di tutto. Azzollini, coinvolto in passato nell'inchiesta sulla maxi-truffa per il porto di Molfetta, è accusato di bancarotta fraudolenta, associazione a delinquere, induzione indebita.