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Caso Abu Omar: la Corte UE condanna l’Italia: “Ha permesso che l’imam fosse torturato”

Strasburgo ha dato ragione all’ex imam di Milano che accusava le autorità italiane, coinvolte nel suo ‘rapimento’ da parte di agenti della Cia, di aver violato i suoi diritti. L’Italia deve ora pagare 70 mila euro a Abu Omar e 15 mila a sua moglie per danni morali.
A cura di Biagio Chiariello
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I giudici della Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia per il rapimento e la detenzione illegale di Abu Omar.  L'ex imam di Milano si era rivolto alla Corte di Strasburgo nel 2009 sostenendo che le autorità italiane, coinvolte nel suo ‘rapimento' da parte di agenti della Cia, avevano violato i suoi diritti. "Tenuto conto delle prove, la Corte ha stabilito che le autorità italiane erano a conoscenza che Abu Omar era stato vittima di un'operazione di ‘extraordinary rendition' cominciata con il suo rapimento in Italia e continuata con il suo trasferimento all'estero", affermano i giudici europei. In particolare l’Italia avrebbe violato il diritto di Abu Ombar “a non essere sottoposto a tortura e maltrattamenti”,  pratiche che sostiene aver subito durante la sua detenzione in Egitto, dove era stato portato con un volo segreto dei servizi segreti americani.

L'Italia dovrà pagare 85 mila euro a Abu Omar e sua moglie

L'Italia, sempre secondo i giudici di Strasburgo, avrebbe violato il diritto dell'ex imam e della moglie al rispetto della vita familiare,  a causa della separazione forzata che la coppia ha subito per diversi anni. La corte ha quindi stabilito che l'Italia deve pagare 70 mila euro a Abu Omar e 15 mila a sua moglie per danni morali. Lo Stato  italiano ora ha la possibilità di chiedere alla Corte di Strasburgo un nuovo esame davanti alla Grande Camera. In caso contrario la sentenza di condanna diventerà definitiva. La Corte di Strasburgo ha già condannato la Macedonia che la Polonia per aver consentito e partecipato a operazioni di ‘rendition’ della Cia.

Il caso del rapimento dell'ex imam di Milano

Abu Omar fu rapito il 17 febbraio 2003 a Milano da una decina di agenti della Cia e trasportato alla base di Aviano e da lì trasferito in Egitto dove fu recluso e subì torture di ogni genere. In Italia i processi per la vicenda, i sono risolti con il non luogo a procedere per l’apposizione, di tutti i governi degli ultimi anni, del segreto di Stato nei confronti degli 007 del Sismi. Il pm Armando Spataro aveva accusato i vari premier che si erano avvicendati negli anni dei processi, prima Prodi, poi Berlusconi, "di impedire all’autorità giudiziaria l’accertamento della verità", imponendo il Segreto di Stato sul caso. I vari 007 coinvolti furono poi assolti, mentre quelli della Cia in Italia vennero condannati. Due di loro, poi, sono stati graziati prima dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e più recentemente da Sergio Mattarella.

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