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Casini: “Non ci sono più le ideologie, ora insieme al Pd per fermare incompetenza e odio”

Pier Ferdinando Casini spiega la sua candidatura nella coalizione guidata dal Pd a Bologna: “I tempi sono cambiati: le contrapposizioni ideologiche del passato che ci hanno diviso anche qui lasciano il campo alla necessità di fermare l’incompetenza”. E fa un appello ai suoi elettori contro “demagogia, odio, ricette impossibili e populismo”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Pier Ferdinando Casini, candidato al collegio uninominale di Bologna per il Senato nella coalizione di centrosinistra guidata dal Pd, si rivolge ai suoi futuri elettori con una lettera pubblicata sul suo sito. Le ideologie del passato non esistono più e ora è necessario fermare l’incompetenza: questo è il succo del discorso con il quale l’ex presidente della Camera (allora in quota centrodestra) spiega come si è arrivati alla decisione di candidarlo in un collegio considerato ‘rosso’ il giorno dopo che uno dei fondatori del Pd, Romano Prodi, ha dichiarato che voterà per lui.

Casini scrive sul suo sito, presentandosi agli elettori:

Sono candidato nella circoscrizione del Senato di Bologna, la città dove sono nato e cresciuto, dove in tanti mi conoscono e tutti sanno che la mia vita è stata ed è la passione politica. In questi anni la più grande soddisfazione è che ho servito le Istituzioni dello Stato con onore e senza che mai nessuno potesse rivolgermi critiche che non fossero esclusivamente frutto del dibattito politico. Sono sempre stato un uomo di centro, un moderato, che ha lavorato perché in questa città opinioni e valori diversi potessero coesistere. Non ne sono pentito.

Casini punta sul fatto che il suo interesse è sempre stato quello di unire opinioni diverse e lo spiega ancora con un esempio: “Il senso del nostro stare insieme, il sentimento collettivo che tiene uniti i bolognesi lo ha colto bene Virginio Merola quando, nei mesi scorsi, ha voluto che l’amministrazione istituisse un premio civile alla memoria del sindaco Giorgio Guazzaloca. Un fatto che vale più di tante parole”.

A questo punto il presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulle Banche spiega il perché di questa scelta, da parte sua e da parte della coalizione di cui fa parte: “I tempi sono cambiati: le contrapposizioni ideologiche del passato che ci hanno diviso anche qui lasciano il campo alla necessità di fermare l’incompetenza; l’odio instillato sotto forma di intolleranza per gli altri; la demagogia con cui si promettono ricette impossibili da realizzare”.

E rivendica: “In Parlamento ho sostenuto il lavoro dei governi Letta, Renzi e, oggi, Gentiloni. Abbiamo lavorato per affermare la visione europea dell’Italia, per bloccare l’irresponsabilità di chi, a giorni alterni, propone la nostra uscita dall’euro, il salario garantito, o il blocco dei vaccini per i nostri figli”. Casini conclude sostenendo che “solo l’incontro tra le forze centriste e il Pd può difendere le istituzioni da questo impasto di populismo e demagogia che rischia di consegnare alla Lega e ai 5 Stelle il futuro governo del Paese. È un lusso che non possiamo permetterci”.

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