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Casa Bianca: “Osama bin Laden era disarmato al momento dell’uccisione”

Emergono nuovi particolari sull’ uccisione del uomo più ricercato al mondo. A quanto pare al momento del blitz dei Navy Seals americani nella sua fortezza di Abbottabad, in Pakistan, bin Laden ”non era armato”.
A cura di Biagio Chiariello
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Osama bin Laden morto

Mentre il mondo intero è in attesa delle foto di bin Laden morto, che metterebbero la parola fine su tutta una serie di congetture di complottisti e scettici, emergono nuovi particolari sulla sua uccisione. Il terrorista più temuto negli States era disarmato al momento del blitz nella sua fortezza in Pakistan quando i commando americani gli hanno sparato. E' quanto rivelato da Jay Carney, portavoce della Casa Bianca, ieri, in una versione riveduta su come il capo di Al Qaeda è stato eliminato. Carney ha, infatti, corretto diversi elementi della descrizione data lunedì da John Brennan, Consigliere per l'antiterrorismo del presidente Barack Obama, sui gli ultimi minuti di vita di Bin Laden.

Brennan aveva detto ai giornalisti che lo sceicco del terrore era "impegnato in uno scontro a fuoco" con i Navy Seals prima che questi gli sparassero alla testa, uccidendolo. Aveva poi aggiunto che una delle mogli di bin Laden, era stata utilizzata come scudo, perdendo anch'essa la vita. Ma ieri le parole di Carney hanno smentito queste prime dichiarazioni: anche se altre persone all'interno del compound del terrorista sono state coinvolte in uno scontro a fuoco con il commando americano, bin Laden "non era armato", ha detto il portavoce della White House, aggiungendo che ciò non significa che egli non abbia resistito in qualche modo. Inoltre, la moglie, anch'essa disarmata, che si era precipitata verso il marito mentre i Navy facevano irruzione nel bunker, è stata colpita alla gamba, ma non uccisa, ha aggiunto Carney.
Un'altra donna su un piano inferiore della residenza fortificata di Abbottabad, a nord di Islamabad, è morta dopo essere stata colpita dal fuoco incrociato tra le forze americane e gli uomini che vivevano presso il compound con bin Laden.

Carney ha detto che il fuoco del commando è stato corrisposto da "una grande quantità di resistenza" per tutto il raid durato all'incirca 40 minuti.

Separatamente, un funzionario di intelligence degli Stati Uniti non autorizzato a parlare pubblicamente, ha detto che la chiave per arrivare al messaggero che ha permesso di individuare il rifugio del leader di Al Qaeda è arrivata con la cattura nel 2004 di Hassan Ghul, un adepto in Iraq dell'organizzazione terroristica più pericolosa al mondo. Il funzionario ha detto l'uomo fece lo pseudonimo del messaggero: Abu Ahmed al-Kuwait. Le informazioni ottenute sono state utilizzate nel corso dei successivi interrogatori di due delle menti dell'11 settembre Khalid Sheikh Mohammed e Faraj al-Libbi, che come riportato anche dai cablo di Wikileaks si sono poi rivelati i traditori di Osama bin Laden.

Per anni, i funzionari statunitensi hanno cercato ulteriori informazioni sul corriere attraverso interviste, intercettazioni elettroniche e altri metodi di acquisizione, prima di conoscere, quattro anni fa, il vero nome del messaggero, lo sceicco Abu Ahm. Ci sono poi voluti altri due anni prima che il messaggero li conducesse nei pressi di Islamabad, lì a pochi chilometri si rifugiava Osama bin Laden.

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