Carmela Melania Rea: le ultime notizie sull’autopsia e le indagini
E' successo lunedì scorso nel parco pubblico di Colle San Marco ad Ascoli Piceno: Carmela Rea, che tutti chiamano Melania, era in compagnia del marito Salvatore Parolisi e della figlioletta di appena 18 mesi. La donna, intorno alle 15, si è allontanata da sola per recarsi ad una toilette, si sarebbe anche dovuta fermare nel bar del parco, per acquistare il caffè da portare al marito, ma qualcosa di terribile è successo in quel frangente. Mentre Salvatore continuava a spingere sull'altalena la figlia Vittoria, Melania si è diretta verso uno dei tanti chalet del posto, non percorrendo però il piccolo sentiero, che collega direttamente al bar, e neppure la via principale: pare abbia scelto una strada più lunga e isolata. Melania non è mai arrivata al bar (lo conferma la testimonianza dei gestori del chiosco), allarmando il marito, che dopo una ventina di minuti ha contattato i soccorsi.
Corpo Forestale, Soccorso Alpino, Vigili Urbani, Carabinieri e Polizia, tutti alla ricerca di Melania. E' stata una telefonata anonima partita da una cabina del centro di Teramo, mercoledì pomeriggio, ad avvertire gli inquirenti, pare sia stato un uomo con voce "anziana": il corpo di Melania è stato trovato alle Casermette di Civitella del Tronto, vicino il poligono di tiro per soldatesse, dove Salvatore Parolisi, marito di Melania, è istruttore. Si tratta di un bosco lontano da Ascoli Piceno circa 18 chilometri.
L'autopsia
Melania Rea è stata sgozzata: proprio la ferita alla gola è stata tra le più profonde. Trentacinque le coltellate inferte sul suo corpo, probabilmente con un coltello a serramanico, soprattutto sul tronco e sul collo, alcune della quali hanno leso in profondità gli organi interni, altre invece, ad esempio quelle al viso, non possono essere considerate mortali. Particolare inquietante, rivelato nelle ultime ore, è che alcune delle coltellate sono state inferte post-mortem: tutto farebbe propendere per un delitto d'impeto, passionale, non premeditato. Non c'è stata violenza sessuale. Quanto alla notizia della svastica, disegnata tra il pube e la coscia, è stata smentita dagli inquirenti: si tratta di un "segno sporco", forse generato dall'intrecciarsi delle numerose coltellate. Melania molto probabilmente è stata narcotizzata: sul corpo, infatti, è stata rinvenuta una siringa, il cui contenuto dovrà essere analizzato, per meglio comprendere la dinamica dell'omicidio.
Considerando la violenza con la quale è stata colpita, Melania è morta per dissanguamento, ma sul luogo, dove è stato rinvenuto il corpo, poche le tracce ematiche. Molto probabilmente è stata uccisa altrove, tra le ore 24 del 18 aprile e le 3 del 19. Sarebbe dunque rimasta diverse ore in balia dell'omicida. Questi i dettagli dell'autopsia, eseguita dall'anatomopatologo Adriano Tagliabracci.
Le indagini
Sul fronte delle indagini, gli inquirenti stanno perlustrando i casolari abbandonati tra il luogo della scomparsa e quello del ritrovamento. Umberto Monti, procuratore di Ascoli, ha avvertito che non è stato iscritto alcun nome nel registro degli indagati. Che l'assassino sia un uomo o una donna o anche più persone, ancora non è stato confermato dalle indagini e dall'esame autoptico. La pista del serial-killer sembra essere scartata in favore di un delitto passionale, considerando la dinamica dell'omicidio. La svolta alle indagini potrebbe essere data dal ritrovamento di una sim card rinvenuta sul corpo di Melania e anche dall'analisi sul contenuto della siringa.