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Carceri, il 2012 si apre con altri suicidi: un detenuto morto a Torino e uno a Trani

Sale a 66 il bilancio dei detenuti che nel 2011 si sono tolti la vita nelle carceri. Un allarme che tocca anche chi sta dall’altra parte delle sbarre: gli agenti sono pochi e ben otto di loro, nel 2011, si sono uccisi per porre fine a delle condizioni insostenibili.
A cura di Susanna Picone
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Sale a 66 il bilancio dei detenuti che nel 2011 si sono tolti la vita nelle carceri. Un allarme che tocca anche chi sta dall’altra parte delle sbarre: gli agenti sono pochi e ben otto di loro, nel 2011, hanno scelto la strada del suicidio per porre fine a delle condizioni insostenibili.

Il nuovo anno non è iniziato nel migliore dei modi nelle carceri italiane che, nelle ore a cavallo tra il 2011 e il 2012, hanno assistito ad altre morti che fanno crescere un bilancio di sessanta suicidi registrato a inizio dicembre. Un dato che dimostra quanto i problemi relativi al sovraffollamento delle carceri siano reali e comportino delle condizioni di vita insostenibili per troppi. Le ultime due morti che vanno registrate sono avvenute a Torino e a Trani: il primo detenuto si è tolto la vita impiccandosi nel penitenziario delle Vallette, il secondo è morto a Trani per circostanze ancora da accertare. Inoltre almeno altri due detenuti, uno a Vasto e l’altro a Vigevano, avrebbero tentato di togliersi la vita.

“ Me lo hanno ucciso, me lo hanno fatto morire in cella da solo come un cane. ”
La madre del detenuto di Trani
Il detenuto morto a Torino era Aurel Contrea, un rumeno di 36 anni in carcere da qualche mese. Pare che l’uomo soffrisse da un po’ di depressione ma le sue condizioni erano state ritenute idonee, da alcuni medici che lo avevano visitato, per sostenere la dura vita in carcere. L’uomo giocava a rugby con la squadra dei detenuti e attraverso lo sport sembrava avviato al recupero ma ha scelto di togliersi la vita impiccandosi con un lenzuolo nella sua cella poche ore prima della mezzanotte. A Trani, invece, è stato trovato morto un detenuto di 34 anni: si chiamava Gregorio Durante ed era in carcere per reati contro la persona e il patrimonio. Le circostanze della sua morte sono ancora da chiarire e i genitori dell’uomo sono i primi a chiedere che si faccia luce sulla tragedia: i parenti del recluso avevano da tempo chiesto la scarcerazione dell’uomo per incompatibilità con il regime carcerario in seguito ai postumi di encefalite virale che in passato lo avevano colpito.

L’emergenza nelle carceri non riguarda solo i detenuti

Constatato che il problema dei suicidi tra i detenuti nelle carceri diventa sempre più attuale e sentito va considerata però anche l’emergenza di quelli che invece stanno dall’altra parte delle sbarre. Secondo i dati dei sindacati di polizia penitenziaria nel 2011 sono stati 66 i detenuti che si sono uccisi e oltre a questi decessi vanno ad aggiungersi anche quelli di ben otto agenti. Dati che rendono con chiarezza quanto sia difficile, se non impossibile, la vita per chiunque nelle carceri italiane. Gli agenti, come i detenuti, sono costretti a passare tante ore della loro giornata in dei luoghi che non potrebbero contenere quel numero di persone, inoltre sono troppo pochi per gestire determinate situazioni. Il segretario generale dell’Osapp Leo Beneduci, in riferimento alle nuove morti nelle carceri ha commentato:

La polizia penitenziaria è sempre più sola nel fronteggiare questo tipo di emergenze e, purtroppo, sempre meno in grado di risolverle. Avremmo voluto che per il 2012 il governo avesse varato misure veramente risolutive, e non i palliativi che lasciano le cose come stanno. Compreso le morti nelle carceri.

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