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Caos primarie Pd, Matteo Renzi: “Come al solito danno la colpa a me”

“Chiedetemi tutto ma non di fare il piccolo burattinaio al congresso del PD. Chi vincerà avrà il mio rispetto. Quello stesso rispetto che non ho avuto quando – dopo aver vinto due volte col 70% – sono stato attaccato dal fuoco amico dal giorno dopo”, ha dichiarato Matteo Renzi commentando le divisioni interne al Partito Democratico.
A cura di Charlotte Matteini
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Con il ritiro di Minniti dalle primarie del Pd, i media tornano a parlare delle divisioni interne al Partito Democratico, atteggiamento non gradito all'ex premier. Matteo Renzi ha così espresso il proprio disappunto in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook: "Oggi i media parlano di nuovo delle divisioni del PD. E naturalmente c'è sempre qualche fonte anonima che dà la colpa a Renzi. Strano. Mettiamo le cose in fila. Alle elezioni io mi sono dimesso. Ho spiegato in un lungo discorso all'Assemblea Nazionale ciò che secondo me ho sbagliato e ciò che abbiamo fatto bene. Ma mi sono assunto io la responsabilità per tutti. Da quel momento ho fatto la mia battaglia da senatore dell'opposizione. Perché tale sono stato eletto non da qualche corrente ma dai cittadini del mio collegio. Ho fatto una battaglia contro l'accordo con i Cinque Stelle, per i vaccini obbligatori, contro il taglio alle periferie, contro il condono fiscale e quello edilizio. Su queste vicende la mia voce è arrivata, forte e chiara", spiega l'ex segretario dem.

"Insieme a Padoan ho presentato una controproposta economica che dimezzerebbe lo spread e ridurrebbe le tasse. Ho riunito migliaia di persone alla Leopolda, chiedendo a tutti di non mollare. Continuerò a farlo, ovunque. Da mesi non mi preoccupo della Ditta PD: mi preoccupo del Paese. Che è più importante anche del PD. Tutti i giorni ho fatto sentire la mia voce contro il Ministro Sciacallo, Salvini. E contro il Ministro Prestanome, Di Maio. Non mi nascondo, io. Se devo fare una battaglia la faccio a viso aperto, io. Ma proprio per questo ho detto ai miei amici: non farò mai il capo di una corrente. Faccio una battaglia sulle idee, non per due poltrone interne. Per me le correnti sono la rovina del PD. Le correnti potevano andar bene nei partiti del Novecento: nella DC o nel PCI. Oggi le correnti non elaborano idee ma proteggono gruppi dirigenti. E tutta la mia esperienza, fin dai tempi delle primarie da Sindaco, dimostra che io sono abituato a rischiare in prima persona, non a chiedere il permesso a qualcuno", prosegue l'ex presidente del Consiglio.

"Per cui: chiedetemi tutto ma non di fare il piccolo burattinaio al congresso del PD. Chi vincerà avrà il mio rispetto. Quello stesso rispetto che non ho avuto quando – dopo aver vinto due volte col 70% – sono stato attaccato dal fuoco amico dal giorno dopo. Quello stesso rispetto che non ho avuto quando – vittima ancora oggi di una campagna social vergognosa – la mia famiglia è stata trascinata in un fiume di fango su cui pochissimi nel gruppo dirigente hanno avuto il coraggio di esporsi. Mentre esponenti dei servizi segreti tramavano contro di me per il tramite di mio padre, larga parte del gruppo dirigente discuteva del mio carattere. Eddai. Io non mollo di un centimetro la mia battaglia contro i cialtroni che stanno mandando l'Italia in recessione. Ma non chiedetemi di stare dietro alle divisioni del PD perché non le capisco, non le condivido, non mi appartengono. Mi troverete sempre e per sempre dalla stessa parte: dalla parte di chi combatte per la politica e contro il populismo. Per la giustizia e contro il giustizialismo. Per la verità e contro le FakeNews", conclude Renzi.

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