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Caos pensioni, Silvio è davvero pronto a fare un passo indietro?

Dopo gli incontri di ieri la Lega continua a ribadire il suo “no” alla riforma delle pensioni. Maroni: “I pensionati hanno già dato”. Intanto Berlusconi domani dovrà rispondere ai vertici europei.
A cura di Susanna Picone
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Caos pensioni, Silvio è davvero pronto a fare un passo indietro?

La Lega dice ancora che non vuole cedere e il Governo arranca sempre più. A creare tensioni la questione pensioni che proprio non sembra mettere d’accordo la maggioranza. Il premier si trova a un bivio, deve “scegliere” tra le misure imposte dall’Europa che ha concesso all’Italia tempo fino a domani per sfornare un calendario serrato di interventi capaci di tranquillizzare i mercati finanziari e le conseguenti divisioni della sua maggioranza che su determinati temi proprio non vuole cedere. In particolare la Lega che continua a ribadire, all'indomani del Consiglio dei Ministri sul dl sviluppo e sulle pensioni, il suo no all’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni, proposta che Berlusconi voleva discutere e inserire nel decreto.

Il "no" della Lega

“ La necessità di toccare le pensioni è interesse dell'Italia e la questione va affrontata non perché piace a Bruxelles, ma perché serve all'Italia. ”
Franco Frattini
“Non è possibile che ogni volta che c’è da sistemare i conti in questo Paese la prima cosa che viene in mente è di metter mano alle pensioni. Noi diremo di no e, nel caso, siamo pronti a scendere in piazza”. Parole, nello specifico di Rosi Mauro, segretario generale del Sindacato Padano e vicepresidente del Senato, che descrivono chiaramente il punto di vista dell’intera Lega. Un punto di vista che Berlusconi proprio non può permettersi di prendere sotto gamba. Ricordiamo infatti che già in passato tensioni molto simili e riguardanti lo stesso tema hanno portato alla rottura dell’asse tra Forza Italia e la Lega. Era il 1994, primo Governo Berlusconi caduto proprio quando Bossi pose il veto sulla riforma delle pensioni.

Secondo la Lega qualche volta è necessario saper dire anche di no alle richieste dell’Europa e dovere del Governo è quello di trovare risorse altrove, di fare riforme diverse ma non è possibile toccare il discorso delle pensioni. I lavoratori hanno già pagato il prezzo della crisi e un’ulteriore stretta sulle pensioni non risolverebbe comunque i problemi dei conti pubblici ma avrebbe invece l’effetto di alzare il livello della tensione sociale.

Quel che è certo è che Berlusconi non potrà arrivare a domani senza niente in mano e senza il via libera della Lega sarà costretto ad andare da Napolitano e rassegnare le sue dimissioni (e mai come questa volta il premier sembra davvero preoccupato di questa eventualità).

“ Rivoluzione liberale o lascio. ”
Silvio Berlusconi
Viene da sé che se cade Berlusconi qualche problema lo avrà anche la stessa Lega. Tale prospettiva unita all’eventualità di governi tecnici, alle discussioni dapprima in CdM (che si è concluso comunque senza niente di definito) proseguite poi a cena forse potranno convincere il Senatùr e la sua banda a risedersi al tavolo delle trattative. Una trattativa che in ogni caso, Berlusconi non può dimenticarsene, deve trovare una fine entro domani.

Quindi un “no” lapidario ma forse non troppo: nelle prossime ore vedremo se anche questa volta Silvio Berlusconi riuscirà ad uscire dall’impasse.

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