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Caos munnezza, la sfida di De Magistris ed il tempo degli avvoltoi

Il neo Sindaco di Napoli deve subito fare i conti con il riesplodere dell’emergenza rifiuti, mentre sulla questione acqua pubblica dimostra di sapersi subito muovere con grande autorità.
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DeMagistris-Sodano

Una città sotto assedio tra cumuli di rifiuti maleodoranti, condizioni igienico sanitarie al limite del tollerabile, nessuna via d'uscita a breve termine e tanta incertezza sul futuro. Ecco come si presenta Napoli nel giorno in cui "scade" il termine entro il quale il neo Sindaco Luigi De Magistris aveva assicurato di riuscire a ripulire la città, ripiombata in un vero e proprio incubo. Tremila tonnellate di "monnezza" nel solo capoluogo, quasi diecimila in Provincia: una situazione che definire preocuppante è quantomeno riduttivo. Anche perchè la nuova crisi presenta elementi peculiari che rendono ancor più complesso trovare contromisure adeguate e soprattutto rapide (anche in considerazione del fatto che siamo in piena stagione turistica ed i cumuli maleodoranti, per quanto banale possa sembrare dirlo, non rappresentano certo un'attrattiva per i malcapitati visitatori).

Ci riferiamo sia alle prese di posizione dei Sindaci di Acerra e Caivano che al convulso processo decisionale – organizzativo delle aziende che fanno riferimento alla Provincia di Napoli, ma soprattutto all'ombra del "sabotaggio" cui ha fatto riferimento il Sindaco non più di qualche ora fa. Una presa di posizione suggellata da tanto di comunicato stampa, a margine del vertice notturno di ieri, in cui si sottolinea come "A rendere impossibile l’obiettivo stabilito, anche quanto avvenuto durante la raccolta dei rifiuti nella zona del centro storico cittadino dove si sono registrati fatti inquietanti che hanno impedito la raccolta dei rifiuti e che sono stati già segnalati alle forze dell’ ordine". A ciò va aggiunta la dichiarazione del neo presidente dell'Asia Raphael Rossi che rimanda "altrove" responsabilità e compiti:

“Come è noto, ma è meglio chiarirlo, lo smaltimento non è compito né di Asìa né del Comune di Napoli. Sono la Provincia, la Prefettura e la Regione a occuparsi di dove si portano i rifiuti. C’è una società apposita provinciale, la Sapna, che gestisce lo smaltimento e che al punto di vista economico incassa i soldi dai Comuni di cui smaltisce i rifiuti e li paga agli impianti e ai siti dove li smaltisce. Non siamo noi ad avere scelto adesso Caivano ed Acerra, per capirci.”

Ovviamente le "mosse" dei nuovi amministratori partenopei non hanno mancato di suscitare polemiche e dure prese di posizione, non solo da parte dei gruppi politici di opposizione. E se alcuni appunti possono essere fondati nel merito, soprattutto per quanto riguarda la constatazione dei "tempi necessariamente lunghi" che richiedono i progetti centrali nella strategia di De Magistris e Sodano (differenziata porta a porta e forme "alternative di smaltimento"), altri attacchi rasentano davvero il più gratuito qualunquismo. Certo, sparare nel mucchio è operazione semplice e tuttosommato poco impegnativa e la prontezza con cui analisti e commentatori hanno ricalibrato il mirino sull'ex magistrato non dovrebbe poi sorprendere, tuttavia converrebbe almeno un po' di cautela ed in alcuni casi finanche di decenza. Parlare allo stesso tempo di "conversione al realismo" e di "pura propaganda" nel valutare l'operato di De Magistris è quantomeno un controsenso, così come senza dubbio  evitabili appaiono riferimenti grossolani che non tengono conto delle "responsabilità" nel ciclo di smaltimento di soggetti operanti da ben più tempo.

Che i nuovi ammministratori non potessero in breve termine risolvere una situazione drammatica e complessa dovrebbe essere valutazione anche abbastanza semplice, allo stesso modo in cui non è troppo difficile definire controproducente, non solo rispetto all'opinione pubblica, una linea "oltranzista" (abbozzata in un primo tempo, poi in parte smentita) che rimandi ad "altri" (Provincia, Regione e Governo) le responsabilità maggiori, in un gioco al massacro che non contribuisce in alcun modo alla soluzione del problema. La scelta consapevole con la quale i napoletani hanno affidato a De Magistris il compito di fare piazza pulita di un certo modo di intendere la politica e la pubblica amministrazione, invece, richiede responsabilità ed impegno, ma anche saldezza di nervi e grande capacità di resistere alla pressione di stampa, opposizione politica e "di altro tipo". E' questa la vera sfida per Luigi De Magistris, al di là dei "sabotatori" e degli avvoltoi: far si che Napoli riesca ad uscire dall'emergenza senza il ricorso alla "politica della catastrofe", attraverso provvedimenti efficaci che riescano a limitare (se non azzerare) finanche l'utilizzo del termine "straordinarietà". Napoli ha bisogno di normalità, adesso più che mai.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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